Libano. Tra manifestazioni e crisi politica. Incaricato Diab di formare il governo

di Alberto Galvi

Una nuova Primavera araba è iniziata in Libano da poco più di 2 mesi: Le proteste sono iniziate lo scorso 17 ottobre, quando i manifestanti hanno accusato la classe dirigente di aver fatto fallire il paese portandolo alla peggiore crisi economica degli ultimi decenni attraverso la corruzione e la cattiva gestione della pubblica amministrazione.
Ricordiamo che questo movimento non è organizzato o guidato da partiti politici, ma è composto soprattutto da donne e studenti che hanno fatto da megafono alle richieste dei manifestanti. Anche centinaia di palestinesi hanno protestato a causa dal peggioramento delle condizioni economiche del Libano.
Nel paese dei cedri ci sono decine di migliaia di rifugiati palestinesi, che vivono in campi profughi in condizioni economiche difficili e senza alcun tipo di diritto, con il rischio sempre continuo di far scatenare la galassia terroristica palestinese, contro lo stato di Israele e il governo libanese.
Il premier Hariri si è dimesso il 29 ottobre scorso tra le proteste dei manifestanti in diverse città del paese tra cui Beirut, Tripoli, Zouk, Jal el Dib, Saida, Nabatieh, Sour e Zahle, che hanno chiesto un premier indipendente e non affiliato ai partiti esistenti. Le proteste sono state le più grandi viste in Libano da oltre un decennio, dalla fine della devastante guerra civile del 1975-1990, ed hanno coinvolto persone di tutti i livelli sociali ed economici del paese. I poliziotti hanno disperso i manifestanti ferendone a decine, con proiettili di gomma, cannoni ad acqua e lacrimogeni.
Nei giorni scorsi anche centinaia di giovani sostenitori di Hezbollah e Amal hanno cercato di irrompere in una piazza a Beirut per protestare contro la disastrosa situazione economica del paese. Precedentemente migliaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia alla vigilia di una seduta parlamentare che doveva nominare un nuovo premier e successivamente un nuovo governo.
I manifestanti denunciano l’incapacità dei loro leader di affrontare una crisi economica che ha portato ad un aumento dei prezzi e ad un’elevata disoccupazione. Lo stallo politico ha reso incapace il governo di agire e di apportare quelle riforme necessarie, frutto di quegli interessi settari di cui è malata la politica del paese.
Il settarismo politico è la principale causa delle manifestazioni di questi mesi, nonostante lo sforzo di eliminarlo gradualmente fin dalla fine della guerra civile. Questo accordo fu formalmente sancito in Libano nel 1943 quando il paese dichiarò l’indipendenza dalla Francia.
L’accordo prevedeva che il presidente libanese dovesse essere un cristiano maronita, mentre il primo ministro un musulmano sunnita e il presidente del parlamento un musulmano sciita. I seggi in parlamento erano invece divisi su un rapporto di 6 a 5 tra cristiani e musulmani. La classe dirigente del paese da allora è stata suddivisa nelle diverse istituzioni con questo metodo, generando corruzione e clientelismo compresi i principali incarichi ministeriali e di governo.
Da allora la politica libanese si basa su principi di alternanza fra le fazioni. Il principale tentativo di abolirlo fu fatto quando i membri cristiani e musulmani del parlamento libanese firmarono il 22 ottobre 1988, attraverso l’accordo di Taif sottoscritto in Arabia Saudita, un accordo che ha posto le basi per la fine della guerra civile e il ritorno alla normalità politica in Libano.
L’accordo di Taif ha cercato di porre rimedio a tale squilibrio attraverso l’abolizione graduale del settarismo politico stabilendo la parità tra musulmani e cristiani e spostando il potere esecutivo dal presidente al primo ministro, che è nominato dal presidente in consultazione con l’Assemblea nazionale.
Il parlamento libanese è composto in questo momento da 128 deputati così suddivisi: la coalizione politica March 8 Alliance 71 seggi, FPM (Free Patriotic Movement) 24 seggi, Hezbollah 13 seggi, MM (Marada Moviment) 3 seggi, SSNP ( Syrian Social Nationalist Party) 3 seggi, ARF (Armenian Revolutionary Federation) 3 seggi, ALP (Arab Liberation Party) 2 seggi, l’AICP (Association of Islamic Charitable Projects ) 1 seggio, UP (Union Party) 1 seggio, LDP (Lebanese Democratic Party) 1 seggio, PNO (Popular Nasserist Organization) 1 seggio, ASBP (Arab Socialist Ba’ath Party) 1 seggio e Indipendenti 2 seggi.
Oggi il presidente della Repubblica libanese Michel Aoun ha chiesto ad Hassan Diab, ex ministro dell’Educazione e docente universitario, di formare l’atteso nuovo governo.
In Libano l’organizzazione politica più stabile è Hezbollah, ma è classificata come un gruppo terroristico dagli Stati Uniti, ed è sostenuta dall’Iran il paese sciita più importante della regione e nemico giurato di Israele altro attore principale dell’area mediorientale.