Libia. Conte proporrà a Berlino la disponibilità dell’Italia. Guerini auspica la ripresa di “Sophia”

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In vista della Conferenza di Berlino sulla Libia, patrocinata dall’Onu e prevista per domenica prossima, il premier italiano Giuseppe Conte non ha escluso l’invio di militari per il mantenimento del cessate-il-fuoco, ovviamente nel quadro di una missione internazionale. Dal Cairo, dov’era in visita, Conte aveva infatti affermato che “Ne discuteremo a Berlino, se ci saranno le premesse l’Italia è disponibile. Ma non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in un contesto di sicurezza e con un mandato chiaro”.
Oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è intervenuto davanti alle commissioni Difesa di Senato e Camera confermando che quanto sta accadendo nel paese nordafricano “ci impone una riflessione su una possibile rimodulazione del nostro sforzo militare. Si potrebbe ipotizzare un intervento internazionale per dare solidità alla cornice di sicurezza, nel rispetto di un’eventuale richiesta di supporto avanzata alla comunità internazionale”.
Guerini ha inoltre osservato che “Nonostante l’acquisizione del controllo di Sirte da parte del Lybian national army (esercito di Haftar, ndr.) e il fatto che Misurata sia ora maggiormente esposta alle mire del generale Haftar, non sembrerebbero sussistere ad oggi minacce dirette nei confronti del nostro contingente in loco”.
Sul traffico di migranti ha detto che “Va fatto ogni sforzo perché le navi dell’operazione Sophia tornino a svolgere il compito essenziale di porre un freno al continuo afflusso di armamenti a favore delle fazioni in lotta in Libia”: la missione Sophia è stata voluta dall’Unione Europea nel 2015 all’indomani del naufragio, avvenuto il 18 aprile di quell’anno, al largo delle coste libiche di un peschereccio ed altri natanti, incidente nel quale persero la vita 800 persone. Si chiama “Sophia” dal nome di una bimba nata da una donna somala su una delle navi coinvolte: vero nome della missione è EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean), e vede coinvolti mezzi di Italia, Germania, Belgio, Gb, Spagna, Francia e Slovenia con lo scopo di neutralizzare le rotte della tratta dei migranti nel Mediterraneo e di colpire i trafficanti di uomini, ma anche di armi e di petrolio, nonché di addestrare la Guardia costiera libica. La sede operativa è situata a Roma.
Era stata l’Italia lo scorso anno a dimostrare disinteresse per la missione, al punto che Bruxelles l’aveva rinnovata per soli sei mesi e con l’impiego di soli mezzi aerei. Al momento la situazione è congelata, ma ora il governo italiano spinge per la ripresa delle operazioni.