Nagorno Karabakh. Cedu: l’Armenia respinge le accuse di violazione dei diritti umani mosse dal governo azero

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Il governo dell’Armenia ha risposto respingendo le accuse mosse dal governo dell’Azerbaigian presso la Corte europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), stabilendo un modello di comportamento finalizzato a non portare a termine un’indagine approfondita ed efficace su presunte violazioni dei diritti umani.
L’Azerbaigian ha presentato una domanda interstatale alla CEDU contro l’Armenia il 15 gennaio 2021, in cui sostiene che si siano verificate violazioni nel corso dell’occupazione del territorio della Repubblica dell’Azerbaigian da parte dell’Armenia dal 1991 al 1 dicembre 2020. Si afferma che durante la sua occupazione militare, l’Armenia abbia inflitto danni umani e materiali significativi ed estesi e abbia commesso violazioni materiali della Convenzione nei confronti della Repubblica dell’Azerbaigian e dei suoi cittadini. In particolare nel luglio 2020 e di nuovo nel settembre-novembre 2020, l’Armenia ha effettuato attacchi armati contro l’Azerbaigian prendendo di mira direttamente e/o indiscriminatamente centri abitati, uccidendo centinaia di civili, ferendone altre migliaia e distruggendo o danneggiando vasti oggetti civili (da case private a infrastrutture pubbliche, ospedali e scuole). Durante questi periodi di escalation militare da parte dell’Armenia, agenti armeni hanno anche assassinato e maltrattato gravemente prigionieri di guerra azerbaigiani e mutilato i cadaveri dei militari azerbaigiani defunti, ancora una volta in flagrante violazione della Convenzione e del diritto internazionale.
In un tentativo fallito di evitare la responsabilità legale e sfuggire alla responsabilità, l’Armenia ha installato un regime illegale, la “Repubblica del Nagorno-Karabakh” (“NKR”). Il cosiddetto regime “NKR” tuttavia non è mai stato riconosciuto da nessuno stato, compresa l’Armenia, e di conseguenza non ha uno status ai sensi del diritto internazionale o nazionale. Le prove di queste accuse sono state ampiamente documentate dal governo della Repubblica dell’Azerbaigian, nonché da organizzazioni internazionali, ONG indipendenti per i diritti umani e umanitarie e agenzie di stampa. Nonostante le ripetute richieste di risposte, lo Stato armeno è costantemente mancato e non ha indagato adeguatamente su varie violazioni, compresa la fornitura di informazioni sul luogo in cui si trovano le persone scomparse.
Il vicepresidente della Corte suprema, Chingiz Asgarov, ha dichiarato che “L’Azerbaigian resta impegnato a garantire giustizia per il popolo dell’Azerbaigian colpito dall’occupazione illegale e duratura del Nagorno-Karabakh. Dopo anni passati ad evitare controlli, le azioni dell’Armenia saranno messe sotto i riflettori. Queste sono accuse gravi e l’Azerbaigian si impegna a garantire che segua lo stato di diritto durante tutto il processo”. L’Azerbaigian rivendica un’equa soddisfazione, in relazione a tutte le violazioni della Convenzione da parte dello Stato convenuto, vale a dire risarcimento, riparazione, restitutio ad integrum, costi, spese e ulteriori o altri rimedi da specificare per tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a seguito delle violazioni e del proseguimento di tali procedimenti.