Papua Occidentale. Decine di feriti ed oltre 150 arresti per le manifestazioni indipendentiste

di Gianni Sartori –

In questi giorni centinaia di militanti indipendentisti della Papua Occidentale e loro sostenitori indonesiani hanno manifestato in varie città nell’anniversario dell’accordo di New-York con cui nel 1962 la sovranità della regione passò dai Paesi Bassi all’Indonesia.
Nella città di Amboine (Maluku, Isole Molucche) una dozzina di studenti sono stati prima picchiati e poi arrestati dopo che la manifestazione era già dispersa dall’intervento della polizia. A Ternate (Maluku) la protesta è stata organizzata dal KMP (Movimento studentesco di Papua) e dal FRI-WP (Fronte dei popoli indonesiani per la Papua occidentale). Anche in questo caso la manifestazione è stata immediatamente attaccata e dispersa. Almeno 15 militanti sono stati picchiati, arrestati e portati al commissariato locale. Altra aggressione a Malang (Giava) contro gruppi di studenti che manifestavano per chiedere l’indipendenza della regione. In questo caso ad agire sarebbero miliziani nazionalisti indonesiani (o forse paramilitari) in abiti civili, ed in questo caso il bilancio è stato di 24 feriti, cinque dei quali in maniera grave.
Altra manifestazione a Giacarta dove la gente si è radunata prima davanti all’ambasciata statunitense e poi al “palazzo dello Stato” cantando l’inno dell’Organizzazione per una Papua libera. Tra le loro richieste, la fine dello sfruttamento del territorio e della deforestazione, e l’indipendenza totale dall’Indonesia.
I fermati dalla polizia sono circa 150 e almeno 60 manifestanti sono ancora detenuti.
Scontri del genere si ripetono da anni, a volte anche con vittime: nel 2017 il 70 per cento della popolazione ha firmato una petizione rivolta all’Onu per chiedere una consultazione elettorale per ottenere l’indipendenza, ma l’iniziativa è stata respinta dal Palazzo di Vetro.