Sabotate le centrifughe per l’uranio: l’Iran punta il dito contro Israele, ‘vendetta al momento opportuno’

Si sospetta la regia di Israele. Attacco avvenuto mentre a Vienna si trattava per la riattivazione del Jpcoa.

di Guido Keller

Poco dopo l’inaugurazione due giorni fa da parte del presidente iraniano Hassan Rohani di 164 centrifughe IR-6 e un’altra delle 30 IR-5 finalizzate all’arricchimento dell’uranio, il sito di Natanz, che le ospita, è stato oggetto di un grave attacco cibernetico che le ha messe fuori uso, e la cui riparazione richiederà almeno 9 mesi.
Il portavoce del ministero degli Esteri, Said Khatibzadeh, ha puntato il dito contro Israele, affermando che “la persona che ha causato l’interruzione alla corrente elettrica” che ha portato all’incidente “è stata individuata”, e che “al momento opportuno vi sarà vendetta”. “Con questa azione – ha insistito il portavoce – il regime sionista ha certamente tentato di vendicarsi del popolo iraniano per la pazienza e la saggezza di cui ha dato prova (in attesa) che vengano revocate le sanzioni” Usa.
Che siano stati veramente gli israeliani a colpire è qualcosa più di un sospetto, ed in qualche modo il premier Benjamin Netanyahu, feroce oppositore all’accordo del “5+1” sul nucleare iraniano, lo ha lasciato intendere affermando che “La lotta contro l’Iran e le sue metastasi, contro le armi di Teheran, è un enorme compito. La situazione come esiste oggi non è detto che esista necessariamente anche domani”.
L’inaugurazione delle centrifughe potrebbe avere avuto tuttavia un valore propagandistico, dal momento che a Teheran si continua a sperare giorno dopo giorno ad una riattivazione del Jpcoa, l‘accordo sul nucleare iraniano sottoscritto dal “5+1” (Usa, Cina, Russia, Francia + Germania – Ue) nel 2015, specialmente ora che alla Casa Bianca non abita più Donald Trump, fedelissimo alleato di Netanyahu.
L’amministrazione di Donald Trump si era ritirata dall’accordo del 2015 evidentemente per compiacere Israele, ed aveva reintrodotto le sanzioni alla Repubblica Islamica imponendo agli alleati tra cui l’Italia, pena ritorsioni, di fare altrettanto.
Gli israeliani avrebbero colpito nel momento in cui a Vienna erano in corso all’Aiea, l’Agenzia internazionale atomica, le trattative per la riattivazione del Jpcoa, con gli iraniani disposti a rientrare nell’accordo a patto che venissero levate tutte le sanzioni in modo immediato, senza gradualità.
Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ha espresso la preoccupazione dell’Ue facendo sapere che “Stiamo seguendo da vicino e con preoccupazione le notizie sull’incidente alla centrale di Natanz avvenuto nel weekend in Iran e che potrebbe essere un atto di sabotaggio”: “Deve essere fatta un’inchiesta completa per chiarire le cause di quanto accaduto e per scoprire chi ci sia dietro l’incidente”.
L’azione di sabotaggio ha interessato la rete elettrica dell’impianto di Chahid-Ahmadi-Rochan e non ha causato vittime né fughe di particelle radioattive.