Siria. I russi riportano il Rojava sotto il controllo di Damasco

di Shorsh Surme

Il vero vincitore di questa guerra è Putin. Infatti, dopo che gli Stati Uniti hanno iniziato il loro rapido ritiro dal nord della Siria, la Russia ha prontamente spostato le proprie forze portandosi nella città Manbij, nella regione nord-occidentale, per colmare il vuoto di potere nella città e nell’aree limitrofe. Mosca sta assumendo quindi il ruolo degli Stati Uniti in queste zone porttandole di fatto sotto il controllo di Damasco per la prima volta dall’inizio del conflitto siriano, nel 2011.
Man mano che, come da accordo per la tregua, i miliziani curdi dell’Ypg (Unità di protezione del popolo curdo) si ritirano verso sud per assicurare loro malgrado ai turchi la fascia di sicurezza di 32 km nel territorio siriano, appare evidente il paradosso che vede la Turchia, membro della NATO, allontanare coloro che hanno combattuto fattivamente contro lo Stato Islamico a Manbij e Kobane, le stesse città oggi attaccate dall’esercito di Erdogan.
Ieri il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha ribadito per l’ennesima volta che l’Ypg deve essere rimosso da tutte le aree, per avere le mani libere di fare quello che ritengono più opportuno.
La Turchia vede l’Ypg e la sua ala politica, il Partito dell’Unione Democratica (Pyd) come un’estensione del suo acerrimo nemico, il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), con il quale è in lotta da decenni.
La polizia militare russa oggi sta pattugliando lungo la linea di contatto tra le forze siriane e turche a Manbij. Mosca ha avvertito che qualsiasi scontro tra queste forze sarebbe completamente inaccettabile, e per i Russi la Turchia non dovrebbe avanzare più in profondità di 5 chilometri, assai meno dei 32 che Ankara pretende al fine di annientare la presenza curda nella Kurdistan Siriano (Rojava).
I 32 chilometri di fascia di sicurezza che pretende Erdogan non sono casuali. Nel 1998 dell’accordo di Adana tra Ankara e Damasco autorizzava la Turchia a inseguire combattenti curdi per circa 5 chilometri nel territorio siriano, senza tenere alcuna presenza militare sul suo territorio.
Questi regimi che occupano la terra del Kurdistan nonostante la loro divergenze sono sempre andati d’accordo su come eliminare il problema curdo e la popolazione curda.