Sudan. Hamdok cerca 8 miliardi di dollari per cambiare l’economia

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La prima gatta da pelare per il nuovo governo di transizione del Sudan è trovare soldi. Intervistato per la Reuters, il 61enne premier sudanese Abdalla Hamdok ha spiegato che sono già state aperte trattative con il Fmi per ottenere un prestito di 8 miliardi di dollari in 2 anni, denaro necessario sia per rispondere a problemi urgenti quale l’alto tasso dell’inflazione, sia per proseguire la politica del sostegno ai carburanti, la cui interruzione aveva portato alle proteste di piazza che hanno causato la caduta lo scorso 11 aprile della trentennale dittatura di Omar al-Bashir.
Hamdok ha resa nota l’intenzione di trasformare l’economia del paese in “produttiva”, ovvero di passare dall’esportazione di bestiame, di prodotti agricoli e di materie prime per passare ad un’industria manifatturiera. Sul piatto il premier ha messo la fine della guerra interna, la quale “assorbe il 70% del bilancio statale. Questo creerà un surplus che può essere investito nella produzione, in particolare l’agricoltura, l’allevamento e le industrie connesse”,
Hamdok, economista, guida il Consiglio supremo di transizione scaturito dagli accordi fra i civili ed i militari dello scorso 17 agosto: esso prevede un governo formato da 5 militari e 5 civili, mentre l’11mo rappresentante è un civile approvato dai militari; tale governo provvisorio durerà 3 anni e 3 mesi, dopodiché a guidare il paese sarà un governo di civili eletti dal popolo.
Il nuovo ministro degli Esteri è Mohamed Ahmed al-Dirdiri.