Tunisia. L’immigrazione al centro dei colloqui di Conte con al-Shahed

di Bessem Ben Dhaou

SFAX. In occasione della sua recente visita a Tunisi, il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha “confermato il proposito di continuare con il sostegno italiano a questo paese” nei campi della cooperazione commerciale ma anche del contrasto all’immigrazione illegale. Incontrando prima il presidente tunisino Beji Caid e poi il collega Yussef al-Shahed, Conte ha infatti affermato che “L’Italia sostiene la Tunisia nel monitoraggio delle frontiere marittime e terrestri in modo da ridurre l’immigrazione (irregolare), aumentando di pari passo le opportunità per l’immigrazione legale”.
Conte ha spiegato che “negli incontri tra funzionari è stato trattato il tema dello sviluppo della crisi libica, per cui le due parti hanno concordato sulla necessità di raggiungere una soluzione globale alla crisi in questo paese attraverso gli sforzi delle Nazioni Unite e nel rispetto della volontà del popolo libico”.
Durante i sette anni successivi alla rivoluzione, le autorità tunisine sono riuscite a fermare circa 20mila migranti irregolari, ed il premier italiano ha auspicato che “l’accordo sui rimpatri possa dare ulteriori frutti in materia di flessibilità”.
Da canto suo al-Shahed ha sottolineato “l’impegno della Tunisia nel contrasto all’immigrazione irregolare e il terrorismo”, ed ha fatto notare che “dal gennaio del 2018 sono stati fermati più di 1.300 tentativi di partenze e che almeno 9mila persone hanno cercato di emigrare illegalmente dalle coste tunisine”.
Il ministero dell’Interno italiano stima che nel 2018 sono arrivati sulle coste italiane 4.487 clandestini con cittadinanza tunisina.
Conte avrebbe voluto ottenere una maggiore flessibilità sul tema dei rimpatri, ma al momento la sua visita in Tunisia sembra non aver sortito questo effetto.
Ad Essebsi il premier Conte ha chiesto la partecipazione della Tunisia alla conferenza di Palermo sulla Libia che si svolgerà il 12 e 13 novembre.