Turchia. L’incontro di Erdogan, Merkel, Macron e Putin si tradurrà in un nulla di fatto

di Shorsh Surme

Il vertice di Istanbul del 27 ottobre scorso tra la Russia di Vladimir Putin, la cancelliera tedesco Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e il “sultano” turco Recep Tayyip Erdogan è stato un vero insulto a tutta la popolazione siriana. Si tratta di un paese – non dimentichiamolo – completamente distrutto da una guerra che dura ormai da 7 anni e ha causato oltre 400mila morti, città distrutte e più di 5 milioni e mezzo di profughi. Al momento ci sono tre fronti che si combattono tra loro e rendono lo scenario molto complicato. Dall’incontro è risultato chiaro che la Russia ha utilizzato questo summit come sempre per consolidare il proprio potere in Medio Oriente e in Siria in particolare, e attirare fondi europei per la ricostruzione della Siria a seguito di un’eventuale fine del conflitto.
Recentemente l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha stimato che il bilancio delle vittime si aggirasse sui 400mila morti, mentre per l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, il numero delle vittime potrebbe arrivare a 511mila.
Gli analisti sono convinti che questo incontro dei leader russi, turchi, tedeschi e francesi non si tradurrà in nessuna soluzione politica e reale del conflitto nel paese arabo.
Non dimentichiamo infatti che a questo incontro erano assenti due partecipanti chiave, cioè gli Stati Uniti e l’Iran, che sono presenti militarmente in Siria, quindi l’idea di una road map per porre fine alla crisi non potrà mai funzionare senza l’inclusione di Washington e di Teheran. Anche se è più facile a dirsi che a farsi.
La dichiarazione finale rilasciata dai quattro capi di stato non è stata un granché, anche perché, ironia della sorte, la cosiddetta opposizione Siriana era assente alla riunione e non solo. Nessuno dei due leader occidentali, ne’ Merkel ne’ Macron, ha sprecato una sola parola di critica nei confronti della Turchia di Erdogan, che sta massacrando non solo la popolazione curda in Turchia ma anche i curdi nella città di Afrin, nel Kurdistan della Siria (Rojawa). L’azione del sultano turco è una palese violazione del diritto internazionale.