Turchia. Maxi-retata di jihadisti dell’Isis: 445 arresti

di Enrico Oliari

Sono oltre 10mila i cittadini turchi che si sono uniti all’Isis, ed il governo di Ankara è consapevole che, man mano lo Stato Islamico viene sconfitto, cresce il rischio che essi rientrino e continuino la lotta jihadista nel loro paese.
Dopo gli attentati, il primo quello di Suruc del luglio 2015 e l’ultimo quello della notte di capodanno al club Reina di Istanbul, la Turchia ha cambiato registro nei confronti dell’Isis; va tuttavia ricordato che in passato il governo di Ankara ha permesso il transito sul proprio territorio di decine di migliaia di foreign fighters, di armi e di materiali, ha assistito combattenti nei propri ospedali ed il petrolio venduto dallo Stato Islamico è passato anche attraverso la Turchia.
La Turchia è parte della Nato e della coalizione a guida Usa, ma anche di recente aerei turchi si sono uniti a quelli russi in un attacco a obiettivi dell’Isis in Siria, ad al-Bab, segno della consapevolezza delle autorità del rischio che le città turche possano conoscere nuove azioni terroristiche.
Sul fronte interno c’e da registrare oggi una maxi-retata che ha portato all’arrestato di 445 persone per presunti legami con l’Isis.
L’Anadolu ha riportato che sono una sessantina i jihadisti, perlopiù stranieri, arrestati nella capitale , mentre gli altri sono stati presi in occasione di operazioni simultanee in diverse città, tra cui Istanbul, Bursa, Konya, Adana e Gaziantep, e soprattutto nella provincia sudorientale di Sanliurfa, dove la polizia ha fermato più di 100 sospetti e trovato materiale che li collega all’Isis.