Ucraina. I candidati vicini a Zelensky perdono le elezioni locali

di Alberto Galvi –

In Ucraina si sono svolte da poco le elezioni locali. Il voto del 25 ottobre è stato visto come un banco di prova importante per il presidente Volodymyr Zelensky, eletto all’inizio del 2019 e per il suo partito, il SP (Servant of the People), che ha approvato le riforme con il partito filorusso OPFL (Opposition Platform-For Life) guidato da quello che di fatto è il rappresentante di Putin in Ucraina, Viktor Medvedchuk.
I cittadini si sono recati alle urne in molte città paese, ma nessun candidato del partito presidenziale è stato eletto sindaco nei grandi centri, nemmeno nella città natale di Zelensky.
In tutto saranno eletti in queste elezioni circa 370 sindaci e circa 2.000 consiglieri comunali, inoltre quest’anno il paese ha aumentato la dimensione dei distretti e il loro numero è passato da 490 a 136, per la prima volta si sono quindi tenute anche le votazioni per eleggere i consiglieri di distretto con circa 360 partiti registrati hanno partecipato ad almeno una delle competizioni elettorali.
Il voto di domenica scorsa è il primo in Ucraina dall’inizio della pandemia di coronavirus, agli elettori è stato chiesto di mantenere il distanziamento sociale e indossare una mascherina mentre a tutti è stata misurata la temperatura corporea prima di entrare nel seggio.
Le elezioni sono state tenute con un nuovo sistema che decentralizza il potere, riducendo l’influenza di Kiev nei confronti degli organi di governo locali. I 66 osservatori internazionali sparsi in tutta l’Ucraina hanno parlato di elezioni libere e democratiche e durante la campagna elettorale è stata sostanzialmente garantita la libertà di espressione per tutti gli schieramenti in corsa. I candidati hanno potuto fare una campagna elettorale libera, ma i casi di abuso delle risorse statali nonché le diffuse accuse di acquisto di voti, sono stati comunque motivo di preoccupazione.
I sondaggi durante le elezioni del 25 ottobre scorso hanno mostrato che i filo-russi e erano in testa nella capitale, Kiev e nella maggior parte delle principali città del paese nei confronti filo-occidentali di Zelensky.
In Ucraina circa 40 milioni di persone si sono recate alle urne, tranne che nella Crimea, annessa militarmente alla Russia nel 2014, e nelle regioni orientali controllate dai separatisti filo-russi.
In questa prima tornata elettorale solo i sindaci di Kharkiv e Vinnytsia hanno ottenuto la maggioranza assoluta al primo turno ed eviteranno i ballottaggi, per tutte le altre grandi città sarà invece il secondo turno a decidere il nome del primo cittadino. Ai ballottaggi andranno il 15 novembre prossimo i candidati di città come Kiev, Kharkiv, Odessa, Dnipro e Lviv.
Il governo Zelensky sembrava comunque essere in crisi già da prima di questa sconfitta, in quanto non sembra avere un programma coerente e, soprattutto, pare scontrarsi continuamente con le difficoltà generate dalla mancanza dell’appoggio in parlamento dei partiti riformisti e filo occidentali ES (European Solidarity) e Holos.