Ue. Giappone: il Parlamento europeo dà il via libera al Jefta, l’accordo di libero scambio

Manca solo la ratifica dei singoli paesi membri, prevista a breve.

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Dopo la firma dello scorso luglio ia Tokyo del capo della Commissione europea Jean Claude Juncker e del premier Shinzo Abe, il Parlamento europeo ha dato il via libera oggi con con 474 voti in favore, 152 contrari e 40 astensioni al “Jefta” (Japan-Eu Free trade agreement), che permetterà di abbattere un miliardo di euro l’anno di imposte sulle merci. Già oggi il Giappone è il secondo partner commerciale dell’Unione Europea e l’export verso il paese ammonta a circa 58 miliardi di euro di beni e a oltre 28 miliardi di servizi, realtà che dà lavoro a 600mila europei.
Tale accordo rappresenta, secondo gli eurodeputati, una presa di posizione a sostegno di un commercio libero, equo e regolamentato “in un momento di gravi sfide protezionistiche”.
Mentre i settori più sensibili dell’Ue, come la produzione di riso, sono tutelati, gli esportatori Ue di vino, formaggio, carni bovine e suine, pasta, cioccolato e biscotti potranno avvantaggiarsi dell’assenza di dazi immediatamente o dopo un periodo di transizione.
Saranno protetti 205 prodotti a indicazione geografica europea per aiutare le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il 78% degli esportatori verso il Giappone. Il Parlamento ha inoltre esortato la Commissione a creare punti di contatto per le PMI, in modo che queste possano beneficiare rapidamente dell’accordo.
Il Giappone apre alla concorrenza europea il suo mercato degli appalti ferroviari e degli appalti pubblici nelle sue principali città. Saranno liberalizzati anche il commercio elettronico, i trasporti marittimi internazionali e i servizi postali.
Il Parlamento ha accolto con favore l’elevato livello di protezione dell’ambiente e del lavoro, così come l’impegno nei confronti dell’accordo di Parigi sulla lotta al cambiamento climatico. In questo senso gli eurodeputati hanno incoraggiato entrambe le parti a combattere il disboscamento illegale. Il Parlamento ha tuttavia sottolineato che il Giappone deve ratificare tutti i codici del lavoro pertinenti stabiliti dall’Organizzazione internazionale del lavoro.
Inoltre il Parlamento di Strasburgo ha approvato oggi con 535 voti in favore, 84 voti contrari e 45 astensioni anche l’accordo di partenariato strategico, che estende la cooperazione a settori quali l’energia, l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, la lotta al cambiamento climatico e al terrorismo.
“L’approvazione di oggi è una pietra miliare per un commercio equo e solidale basato su regole e valori, in un contesto di crescente protezionismo. L’accordo contribuirà a promuovere standard elevati e a rafforzare lo sviluppo sostenibile nella politica commerciale. Il Parlamento sta mandando un messaggio molto progressista e continuerà a fare la sua parte affinché il più grande accordo commerciale bilaterale dell’Ue funzioni realmente sia per i cittadini sia per le imprese”, ha dichiarato Pedro Silva Pereira (S&D, PT), relatore responsabile dell’accordo commerciale.
“Le risposte del Parlamento alle sfide della globalizzazione sono la cooperazione e la definizione di standard globali. Respingiamo fermamente il protezionismo interno e le tendenze nazionaliste, che non risolveranno i pressanti problemi che ci troviamo ad affrontare, ma ci divideranno ulteriormente. Sarà fondamentale attuare rapidamente l’accordo e coinvolgere la società civile in ogni fase, per garantire che esso vada a beneficio dei lavoratori e dei cittadini”, ha dichiarato Bernd Lange (S&D, DE), presidente della commissione per il commercio.
Il Giappone ha già ratificato l’accordo. Dopo l’approvazione dell’accordo commerciale da parte del Parlamento, il Consiglio dovrebbe dare il via libera definitivo il 21 dicembre per consentirne l’entrata in vigore il 1 febbraio 2019. Affinché l’accordo di partenariato strategico entri in vigore, tutti gli Stati membri devono ratificarlo.
L’accordo di partenariato economico Ue-Giappone, firmato il 17 luglio 2018, istituisce una zona commerciale di 600 milioni di persone, copre un terzo del PIL mondiale e circa il 40% del commercio mondiale. Sono in corso negoziati con il Giappone per un accordo sulla protezione degli investimenti.
L’export dell’Italia verso il Giappone, il secondo nell’Ue dopo la Germania, è pari a 2,4 miliardi di euro e secondo la Commissione impegna 14.921 aziende e 88.806 lavoratori italiani, in particolare nell’agroalimentare.