Usa. Il Senato blocca l’impeachment. Trump, ‘pronto a tornare’

di Guido Keller

L’ex presidente Usa Donald Trump non dà segni di voler andare in pensione, e dopo che il Senato ha bloccato la richiesta di impeachment approvata alla Camera lo scorso gennaio, si è già detto “pronto a ricostruire il partito repubblicano”, come ha riportato il senatore repubblicano Lindsey Graham, suo fedelissimo alleato. E ovviamente a ripresentarsi alle presidenziali fra 4 anni.
Al Senato ben 7 senatori repubblicani, ora oggetto di epurazioni interne al partito, hanno votato con i democratici a favore dell’impeachment, ma non sono stati raggiunti i 67 voti che rappresentano i due terzi della Camera alta, necessari per il procedimento.
Per Trump “è finita una caccia alle streghe”, ma il suo incitamento alla ribellione contro i presunti brogli alle presidenziali, sfociati nell’assalto al Congresso del 6 gennaio, rappresentano una macchia indelebile che difficilmente la totalità dei repubblicani sarà disposta a dimenticare.
Tra i 7 senatori ribelli vi è stato quello della Louisiana Bill Cassidy, il quale aveva anche spiegato via twitter che avrebbe votato per l’impeachment in quanto “la nostra Costituzione e il nostro Paese sono più importanti di qualsiasi persona”. La commissione del suo partito al momento si è limitata ad una censura nei suoi confronti, ma difficilmente potrà essere ricandidato.
Il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha nuovamente affermato che Trump rimane anche senza l’impeachment “praticamente moralmente responsabile” dell’assalto al Congresso.
Il presidente Joe Biden ha commentato la bocciatura dell’impeachment affermando che al di là delle accuse, quanto accaduto il 6 gennaio dimostra che “la nostra democrazia è fragile e va protetta”, e che “Anche se il voto finale non ha portato a una condanna, la sostanza dell’accusa non è in discussione”.