Usa. L’amministrazione Biden ha lanciato l’iniziativa SALPIE in contrasto all’ascesa cinese

di Alberto Galvi

L’amministrazione Biden ha lanciato l’iniziativa SALPIE (Small and Less Populous Island Economies), per rafforzare la collaborazione degli Usa con i paesi e i territori insulari dei Caraibi, del Nord Atlantico e del Pacifico, ma la mancanza di risorse e di sostegno da parte delle nazioni insulari fa dubitare del successo della nuova idea.
Il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il direttore del Consiglio economico nazionale Brian Deese hanno ospitato un evento virtuale con inviati di paesi e territori insulari, invitandoli a collaborare con Washington nell’ambito dell’iniziativa SALPIE al fine di coordinare impegni futuri.
Questa iniziativa rappresenta un nuovo quadro di cooperazione economica progettato per rafforzare la collaborazione degli Usa con queste economie insulari per contrastare le sfide economiche, il Covid-19, promuovere la ripresa, rispondere alla crisi climatica e coltivare interessi condivisi a lungo termine.
I due funzionari hanno sottolineato l’obiettivo di Joe Biden di rafforzare le relazioni degli Usa con i suoi alleati, compresi i paesi più piccoli che non sono sempre stati in cima all’agenda diplomatica ed economica di Washington.
Dall’entrata in vigore nel 1994 dell’UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea), che istituisce le Zee (Exclusive Economic Zone), questi Stati hanno acquisito importanti strumenti giurisdizionali per consolidare la loro influenza sugli eventi all’interno delle loro zone nautiche.
La Cina è ora considerata più potente degli Usa in alcune parti dell’Africa e dell’Asia a causa della BRI (Belt and Road Initiative). Entro la metà dello scorso anno la BRI ha raggiunto più di 100 paesi e completato oltre 2.600 progetti in tutto il mondo con aiuti, prestiti e investimenti di 3,7 trilioni di dollari.
L’amministrazione Trump ha contrastato la BRI con progetti per lo più piccoli, inclusa l’iniziativa Blue Dot Network per la certificazione dei progetti infrastrutturali Usa-Taiwan, che includeva Australia e Giappone come gli unici partner annunciati con gli Usa, che però non ha avuto abbastanza soldi per avere successo e la cui iniziativa rimane poco chiara. L’iniziativa Blue Dot Network mantiene una presenza sul sito web del dipartimento di Stato, ma ci sono poche altre prove della sua esistenza.
Sotto l’amministrazione Trump è stata intrapresa anche la IDFC (International Development Finance Corporation), per sostenere progetti e investire nei paesi in via di sviluppo come contrasto alla crescente potenza cinese.
I politici statunitensi devono offrire alternative alla BRI come il Quad (Quadrilateral Security Dialogue), tra Australia, India, Giappone e Usa, che ha miliardi di dollari per creare un fondo per le infrastrutture e promuoverle nel continente asiatico e nell’area dell’Indo Pacifico.
I piani dell’amministrazione Biden per contrastare la BRI mancano però di centralizzazione e di leadership non riuscendo così a contrastare efficacemente l’ascesa economica e militare cinese.