Usa. Obama inascoltato: al via la vendita di armi on line

di C. Alessandro Mauceri –

armiA San Bernardino, in California, 14 persone sono morte e 17 sono rimaste ferite in una sparatoria. Il 27 novembre, a Colorado Springs, i morti sono stati tre e nove i feriti. Ormai i casi di scontri a fuoco negli Stati Uniti d’America non fanno più notizia. E quasi mai si parla del problema nel suo complesso: dal 2001 ad oggi le armi da fuoco, negli Usa, hanno ucciso più persone di quante ne abbiano ucciso i terroristi, l’Aids, le guerre e le droghe messi insieme. Il New York Times e il Washington Post hanno deciso addirittura di darsi un parametro per classificare questi casi: si parla di “stragi con armi da fuoco” quando uno o più uomini armati sparano ad altre persone e se i morti e i feriti (compresi quelli che hanno sparato) sono almeno quattro. In questo caso ci si riferisce, negli Stati Uniti, al “mass shooting”. Secondo il New York Times i “mass shooting”, nel 2015, sono stati più di uno al giorno.
Ma se non ci si limita ai casi di mass shooting (come ha fatto il Gun Violence Archive) i numeri crescono esponenzialmente. Ted Alcorn, direttore dell’organizzazione no profit Everytown for Gun Safety, che chiede una limitazione della vendita d’armi, afferma che i “mass shooting” sono una piccola percentuale dei casi in cui negli Stati Uniti muoiono persone a causa delle armi: “In California, a San Bernardino, sono morte 14 persone, ed è un’orribile tragedia. Ma in media circa altre 88 persone sono morte in quello stesso giorno negli Stati Uniti per colpa delle armi”. Negli Usa solo nel 2015 i morti per arma da fuoco sono stati più di 12mila e più di 24mila i feriti. Dall’11 settembre 2001 (data dell’attentato alle torri gemelle) gli americani che hanno perso la vita a causa di scontri a fuoco sono stati ben 406.496 (dati diffusi dalla Cnn). Quasi mezzo milione di persone contro i 3.380 morti a causa degli attacchi terroristici (incluse le vittime degli attentati alle Twin Towers).
Per molti la causa di tutte queste morti sarebbe la diffusione delle armi da fuoco. Dopo le elezioni del 2012, il presidente Barak Obama aveva definito “prioritario” porre un freno alla circolazione di pistole e fucili, ma, anche a causa delle pressioni del Congresso, non è mai stato fatto niente di concreto. E a ottobre Obama, dopo la sparatoria presso il Community College di Umpqua, ha dichiarato che “Abbiamo speso più di mille miliardi di dollari, approvato innumerevoli leggi, giustamente dedicato intere agenzie per non permettere attacchi terroristici sul suolo americano, eppure abbiamo un Congresso che blocca esplicitamente la raccolta dei dati )sulla vendita delle armi) che ci permetterebbe potenzialmente di ridurre le morti causate dalle armi da fuoco”.
Di parere opposto il repubblicano Donald Trump, uno dei favoriti (almeno stando ai sondaggi) nella corsa alla Casa Bianca, che, non contento dell’attuale facilità con cui è possibile acquistare e detenere armi da fuoco, ha chiesto di liberalizzare ulteriormente la vendita di pistole e fucili.
La materia è diventata oggetto dell’attuale campagna in vista delle prossime elezioni presidenziali. Dai dati rilevati a luglio scorso, a seguito di una ricerca condotta dal Pew Research Center, è emerso che le posizioni degli americani sul tema delle armi e delle norme che ne regolamentano l’uso e la detenzione sono molto diverse: il 50 per cento si è detto favorevole ad un maggior controllo, mentre il 47 per cento propende verso una legge più permissiva. L’85 per cento degli americani vorrebbe che chi possedesse un’arma abbia una fedina penale immacolata, il 79 per cento che non abbia disturbi mentali e il 70 per cento vorrebbe esistesse una banca dati federale per il censimento delle armi vendute.
Ma il loro numero che potrebbe crescere: tra pochi giorni negli Usa per acquistare un’arma da fuoco non è più necessario neanche recarsi presso un negozio autorizzato: lo si potrà fare online. È stato aperto in rete un nuovo canale dedicato alle televendite di armi Gun Tv, che si occupa della vendita di armi, munizioni e ogni sorta di accessorio che possa essere d’interesse per la caccia o per la sicurezza domestica. I clienti potranno acquistare le armi dalla rete e poi ritirarle personalmente presso un punto vendita autorizzato.
Inascoltate finora le proteste di chi teme che un simile modo di fare potrebbe portare ad una maggiore diffusione delle armi da fuoco e, di conseguenza delle violenze. Come ha fatto Laura Cutilletta, direttrice del Centro di prevenzione della violenza commesse con armi da fuoco degli Stati Uniti, che ha detto: “Ciò che è sbagliato in questa faccenda è che decidere di acquistare una pistola e portarla in casa propria è una cosa estremamente seria”. Avere la possibilità di comprare armi online e semplificarne le procedure renderà tutto più semplice e provocherà un aumento del numero di morti a causa dell’uso di armi da fuoco. Un numero che è già spaventoso: basti pensare che, secondo i dati diffusi da iCasualties.org, solo nel 2013, il numero di americani che hanno perso la vita a causa delle armi da fuoco è stato cinque volte di più di quelli morti in Iraq e Afghanistan (dove sono morte 6863 persone).
Oggi negli Usa la “libertà di avere e portare armi” è una legge costituzionale (che risale a oltre di tre secoli fa, quando, però, la situazione era ben diversa). E nessuno ha voglia di cambiare la Costituzione. Almeno negli Usa.