Usa. Operazione per fermare i migranti. Msf denuncia il dramma umanitario

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Un’intesa siglata nelle scorse settimane tra Stati Uniti, Messico, Honduras e Guatemala sta bloccando le carovane di migranti che cercano di attraversare gli stati dell’America Latina per giungere negli Stati Uniti. L’Us Customs and Border Protection ha reso noto che sono almeno 172mila i migranti respinti nel mese di marzo al confine con il Messico, una crescita del 72 per cento di disperati che spesso senza documenti cercano di entrare negli Usa fuggendo dalla povertà, dalla criminalità organizzata e dai conflitti.
La cooperazione vede interventi nei singoli paesi con la presenza di militari schierati lungo i confini e la creazione di centri per l’identificazione, ma mentre la pressione da sud aumenta si fanno critiche le condizioni delle persone fermate. Per Medici Senza Frontiere sarebbero in corso “raid di massa”, come pure vi sarebbero “casi di detenzione arbitraria al confine meridionale del Messico”, e Martina Marchiò, rientrata da poco da una missione di sei mesi in Messico come responsabile medico per Msf, ha dichiarato che “Le persone vengono totalmente abbandonate senza alcuna informazione sul processo di rimpatrio, la maggior parte di loro non ha la possibilità di contattare le proprie famiglie e rimane in spazi aperti a volte per giorni prima di avere la possibilità di accedere ai rifugi, spesso pieni, o tornare nel paese di origine”. “Di fatto – ha aggiunto – uomini, donne e bambini rischiano ogni giorno di essere rapiti o di diventare vittime di violenza sessuale per mano della criminalità organizzata. La situazione è davvero difficile e le istituzioni sono totalmente assenti”.
Antonino Caradonna, capo progetto di Msf in Messico, a affermato che “Ancora una volta stiamo assistendo alla costruzione di barriere fisiche, burocratiche e di sicurezza per bloccare le procedure d’asilo e fermare la libera circolazione di persone che fuggono dal proprio paese a causa delle violenze”, e che “Questo accade alle frontiere sud e nord del Messico. Mentre gli Stati Uniti bloccano ed espellono in massa i nuovi arrivati, il Messico li reprime e li detiene in massa”.
“La scorsa settimana – ha continuato – ci sono state diverse incursioni a Coatzacoalcos lungo le linee ferroviarie e circa 50 migranti, tra cui famiglie con bambini, sono stati detenuti arbitrariamente. Dormivano vicino ai centri di accoglienza perché gli sono stati negati gli alloggi, per presunti motivi legati alla pandemia”. Molti centri in Messico hanno chiuso o ridotto la capacità a causa della pandemia.
L’azione della polizia vicino ai centri o ai luoghi in cui i migranti ricevono assistenza medica e umanitaria “spinge le persone a nascondersi di più, a scegliere strade più pericolose, a essere più vulnerabili nei confronti della criminalità organizzata e dell’estorsione”, ha spiegato. “Dobbiamo denunciare l’enorme mancanza di protezione nei confronti di queste persone”.
Intanto il presidente Usa Joe Biden ha annunciato una stringente lotta alla corruzione per sigillare la frontiera con il Messico.