Usa. Trump si ammorbidisce, ‘manteniamo l’impianto dell’Obamacare’. Non si fermano le proteste

di Daniele Priori

Trump con Obama grandeCi sono importanti novità sul piano politico Usa: se non siamo davanti ad un ripensamento della politica di Trump, di certo c’è uno smorzamento dei toni e la ricerca, pur preservando la diversa impostazione, di una strategia più morbida, almeno per quanto riguarda la politica interna.
Dopo l’incontro con il presidente in carica Barak Obama, Trump ha fatto sapere che l’Obamacare non sarà distrutta, che ne verranno rivisti i costi, ma che l’impianto della legge, che garantisce un minimo di assistenza sanitaria a tutti, sarà preservato. Rimarrà quindi il divieto per le compagnie assicuratrici di negare l’assistenza ai pazienti per le patologie di cui già soffrono e la possibilità per i genitori di fornire ai figli anni di copertura ulteriore tramite le loro polizze.
Da notare che in campagna elettorale Trump aveva garantito la completa abrogazione della legge, ed oggi ha commentato che “Gli ho detto (a Obama, ndr) che avrei preso in considerazione i suoi suggerimenti e lo farò”.
Vi è poi la promessa da campagna l’elettorale di mettere sotto processo Hillary Clinton: oggi Trump ha detto che l’inchiesta “Non è in cima ai miei pensieri”, che “Le mie priorità sono la sanità, i posti di lavoro, il controllo delle frontiere e la riforma delle tasse”.
In politica estera la musica è diversa, con lo staff di Trump che ha avvertito Obama, in procinto di partire per l’Europa, di non avere uscite non in linea con la politica annunciata del nuovo presidente (in carica dal 20 gennaio), poiché sarebbero “controproducenti ma anche fonte di caos”. Il riferimento è in particolare al Ttip, l’accordo di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, per cui Obama si è impegnato di prima persona ma che per Trump rappresenterebbe un grave danno per l’economia Usa. Obama sarà in Grecia il 15 novembre e poi il 17 in Germania, dove parteciperà anche ad un vertice nel nuovo formato “Quint” (Italia, Gb, Germania, Francia, Usa).
Sarà tuttavia da vedere quali rapporti intercorreranno tra Bruxelles e Washington, dopo che ieri il capo della Commissione Jean-Claude Juncker non ha fatto giri di parole per dire che “Con Trump perderemo due anni: il tempo che faccia il giro del mondo che non conosce. La sua elezione comporta dei rischi di vedere gli equilibri intercontinentali disturbati sui fondamentali e sulla struttura”.
Intanto non si fermano le proteste negli USA contro Donald Trump, con episodi di violenza in diverse città, da New York a Chicago, da Baltimora a Dallas, Denver, Oakland. A Portland vi sono stati spari, si registra un ferito grave. È proprio nella città dell’Oregon vi sono stati gli scontri più consistenti, con la polizia che ha caricato i manifestanti e il ricorso a proiettili non letali. Ovunque arresti, almeno 200, per disordine pubblico, attacco al patrimonio cittadino, resistenza a pubblico ufficiale ed aggressione, una spirale di violenza che con tutta probabilità si aggraverà durante il week end.
Usa disordini grandeI cartelli e gli slogan sono riassumibili in “not my president”, e a New York l’artista Matthew Chavez ha invitato i passanti a scrivere i bigliettini, in quella che ha definito la “terapia della metro”: migliaia di messaggi raccolti in poche ore.
Eppure l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca è stata del tutto democratica, cosa che ha notato lo stesso tycoon newyorkese su Twitter, scrivendo che “Abbiamo appena avuto delle elezioni presidenziali corrette e aperte. E ora dei contestatori di professione, incitati dai media, protestano. È scorretto”. A distanza di poco ha mostrato un approccio più comprensivo, “Ci uniremo tutti e ne saremo orgogliosi – ha affermato. Amo il fatto che i piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano mostrato passione per il nostro grande Paese”.