Fotonotizia del giorno

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di Giacomo Dolzani

Il 27 ottobre 1962 moriva nei pressi di Bascapè, in provincia di Pavia, Enrico Mattei, deputato democristiano e presidente dell’Eni (Ente Nazionale Idrocarburi), la compagnia petrolifera di stato italiana.
Mentre era in volo da Catania verso l’aeroporto milanese di Linate, il suo aereo Morane-Saulnier MS.760 si schiantò al suolo in quello che inizialmente venne fatto passare come un incidente dovuto al maltempo, un’ipotesi a cui pochi però credettero; le successive indagini hanno infatti dimostrato che a bordo del velivolo era stata posizionata una carica esplosiva collegata al sistema di apertura del carrello.
Mattei, nato ad Acqualagna, nelle Marche, nel 1906, nel secondo dopoguerra fu il fautore di una politica di indipendenza energetica dell’Italia che portò l’Eni a diventare una compagnia di primo piano sul panorama internazionale, fatto che procurò a Mattei molti nemici, soprattutto tra le cosiddette Sette Sorelle, i sette colossi degli idrocarburi che, fino a quel momento, regnavano incontrastati sul mercato petrolifero mondiale e i quali male accettavano un nuovo concorrente, le cui politiche erano peraltro completamente diverse ed innovative.
A questi problemi si aggiungevano poi le divergenze interne sulla gestione della società, i contrasti con partiti e correnti politiche a lui ostili e con l’Organisation Armée Secrète, movimento clandestino che non vedeva di buon occhio i finanziamenti forniti da Mattei al Fronte di Liberazione Algerino, il quale combatteva contro la Francia per l’indipendenza del paese nordafricano.