L’allarme Oms: l’inquinamento uccide centinaia di migliaia di bambini

di C. Alessandro Mauceri –

“Una morte su quattro fra i bambini sotto i cinque anni di età è attribuibile a un ambiente insalubre”. È questa la dichiarazione shock dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Smog, inquinamento indoor, fumo passivo, acqua non potabile, carenza di  servizi igienico-sanitari e igiene inadeguata sono tutti fattori di rischio che causano la morte di milioni di bambini ogni anno.
Ad affermarlo sono i ricercatori del rapporto Inheriting a Sustainable World: Atlas on  Children’s Health and the Environment, uno studio in cui l’attenzione dell’Organizzazione è concentrata sulla salute dei bambini e su quelle che sono le cause di morte più diffuse.
Rischi che iniziano prima ancora della nascita, come dimostra l’aumento dei parti prematuri. Poi, appena nati, i bambini sono esposti ad inquinamento atmosferico e anche nella propria casa spesso l’aria non è pura come dovrebbe. La conseguenza è un aumento del rischio di polmonite durante l’infanzia e di presentare malattie respiratorie croniche, come l’asma. Aumenta anche il rischio permanente di malattie cardiache, ictus e cancro.
E la situazione peggiora man mano che l’età aumenta: diarrea, malaria, polmonite, “un ambiente inquinato è letale in particolare per i bambini più piccoli”, sottolinea Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, “i loro organi e sistema immunitario in via di  sviluppo e le vie respiratorie, e in generale il corpo, più piccoli, li rendono particolarmente vulnerabili all’aria e all’acqua sporche”.
I numeri sono impressionanti: 270mila bambini muoiono durante il primo mese di vita per cause (come la prematurità) che potrebbero essere evitate consentendo un ‘accesso all’acqua pulita, a servizi igienico-sanitari idonei e riducendo l’inquinamento atmosferico; altri 570mila bambini sotto i 5 anni muoiono per infezioni respiratorie, come la polmonite, attribuibili all’inquinamento dell’aria interna ed esterna, e il fumo di seconda mano. E poi 361mila a causa di diarrea risultato di scarso accesso all’acqua potabile, servizi igienico-sanitari e di igiene. Almeno 200mila muoiono a causa della malaria e altrettanti per eventi involontari attribuibili all’ambiente, come l’avvelenamento, cadute o annegamento.
Negli ultimi anni, ai rischi “comuni” si sono aggiunte nuove minacce per i bambini. Come i rifiuti elettrici ed elettronici (vecchi cellulari impropriamente riciclati, ad esempio) che si prevede aumenteranno del 19% tra il 2014 e il 2018, fino a raggiungere 50 milioni di tonnellate entro il 2018. Anche i cambiamenti climatici, le temperature in costante aumento e i sempre maggiori livelli di biossido di carbonio sono pericolosi (ad esempio, favoriscono la crescita di polline che è associato con un aumento dei tassi di asma nei bambini). Oggi nel mondo, tra l’11 e il 14% dei bambini dai 5 anni in su presenta sintomi di asma e si stima che il 44% di questi è dovuto a esposizioni ambientali. Una situazione che peggiora a causa del fumo passivo e a fenomeni come la presenza di muffe e umidità nelle abitazioni.
Molti bambini sono esposti anche a sostanze nocive contenute nel cibo e nell’acqua: come il fluoro, il piombo e il mercurio. E poi pesticidi, inquinanti organici e molto altro che finisce nella catena alimentare. Anche il piombo che è stato gradualmente eliminato nei carburanti in quasi tutti i paesi, è ancora largamente diffuso in molte vernici.
“I dati diffusi dall’Oms sulla mortalità infantile legata all’inquinamento sono davvero preoccupanti” ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni,  “e confermano ancora una volta gli effetti dannosi che l’inquinamento causa alla salute delle persone e dei più piccoli. Abbiamo città sempre più soffocate dallo smog, ma anche territori che ogni giorno subiscono attacchi di ogni tipo e che spesso vengono trasformati in discariche a cielo aperto, o luoghi dove nascondere rifiuti o versare sostanze inquinanti avvelenando fiumi, acque e mari”.
Migliaia di morti innocenti che per la maggior parte potrebbero essere evitate. Se solo i leader mondiali avessero fatto davvero quello che da decenni (dai tempi del protocollo di Kyoto, il primo) promettono di fare. Promesse che fino ad ora sono sempre cadute nel dimenticatoio.