America Latina. Economia: meno luci che ombre

di Paolo Menchi

Secondo un report pubblicato a cura del Cepal (1), nel corso del 2022 l’America Latina ha visto un tasso di incremento delle esportazioni a doppia cifra, raggiungendo un +20% rispetto all’anno passato, che aveva già visto un aumento del 27%.
Bisogna comunque precisare che la differenza è determinata per il 14% dall’aumento del prezzo delle materie prime e per il restante 6% dall’incremento degli ordini.
il Cepal evidenzia inoltre, per spegnere ancora di più gli entusiasmi, che la crescita è avvenuta grazie a fattori esogeni e non è dipesa né da una maggiore capacità di esportazione né da una diversificazione nella tipologia dei prodotti esportati.
Nell’area sono i paesi dei Caraibi, grazie ai loro giacimenti di idrocarburi, quelli che hanno rilevato le maggiori variazioni positive rispetto al 2021, in particolare Trinidad y Tobago, con +69%, seguita da Venezuela (63%), Colombia (49%) e Guyana (45%).
Per il Cile si stima un tasso di crescita del 6%, quindi tra le nazioni con minor aumento, vicino ai livelli del Paraguay (6%) e di Grenada (-3%). Per quanto riguarda gli altri paesi sudamericani l’Ecuador ha visto crescere le proprie esportazioni del 32%, la Bolivia del 31%, il Brasile del 22%, l’Uruguay e l’Argentina entrambe del 21%, e infine il Perù del 18%.
Se guardiamo l’altra faccia della medaglia rileviamo come anche le importazioni di beni e servizi aumentino considerevolmente (24%), dato che, anche in questo caso, possiamo disaggregare assegnando il 18% all’aumento dei prezzi ed il restante 6% alle effettive maggiori importazioni.
Per citare nel dettaglio alcuni paesi, gli aumenti delle importazioni sono stati maggiori della media in Argentina (35%), Colombia (28%) e Brasile (26%) mentre sono stati leggermente più bassi in Uruguay (21%), Perù (18%) e Cile (17%).
Il vero dato negativo che rileva il report è che il prezzo delle merci e delle materie prime esportate è salito meno di quanto non sia salito il valore di quelle importate, con conseguenze negative sulla bilancia commerciale per ben 25 dei 33 paesi della regione.
Per quanto riguarda invece il livello di disoccupazione, un vero e proprio spauracchio in questi periodi di alta inflazione, la regione latino-americana non primeggia ma non è nemmeno tra le peggiori al mondo.
La nazione della regione con proiezioni peggiori per il 2023 è la Colombia con 11,1% , comunque in miglioramento rispetto ai due anni precedenti, seguita da Brasile, con 9,5%, Cile con 8,3%, Uruguay con 7,9%, Perù con 7,5% Argentina con 6,9%, Paraguay con 6,4%, Bolivia con 4% ed Ecuador con 3,8%.

Note:
1 – Comision economica para el Caribe y l’America Latina.