Israele. Bennet intende raddoppiare gli israeliani sulle alture del Golan

di Mohamed Ben Abdallah

Il governo guidato dall’esponente della destra Naftali Bennet conta di raddoppiare a breve la popolazione israeliana delle Alture del Golan. Il territorio controllato da Israele è di 1.200 chilometri quadrati e va dalle pendici meridionali del monte Hermon fino alla riva meridionale del lago di Tiberiade: riveste un’evidente centralità sia per la posizione strategica, sia per l’approvvigionamento idrico, sia per i terreni fertili.
L’ampia porzione di Golan controllata da Israele è de iure territorio siriano occupato con la Guerra dei Sei giorni del 1967 e annesso ufficialmente nel 1980. Ad oggi vi abitano circa 25mila israeliani ed altrettanti drusi siriani con il diritto di avere carta d’identità israeliana, ma non da oggi la Siria ne chiede la restituzione. Nonostante i borbottii dell’Unione Europea e le più o meno autentiche ire dei paesi arabi, ancora in settembre il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, incontrando il collega russo Sergei Lavrov, ha ribadito che “non verrà mai considererà l’eventualità di restituire le Alture del Golan alla Siria”.
Forte del via libera di Donald Trump del 2019 (“Dopo 52 anni, è il momento per gli Stati Uniti di riconoscere in pieno la sovranità di Israele sulle Alture del Golan”) e di una sorta di via libera dell’amministrazione Biden, dalla quale è stata fatta sapere l’intenzione di non rivedere la posizione degli Usa, Bennet ha annunciato l’investimento di circa 285 milioni di euro al fine di incentivare la popolazione delle Alture del Golan.
Il governo israeliano intende approfittare del momento favorevole che vede la Siria impegnata da ormai 10 anni nella guerra civile, cosa confermata dallo stesso Bennet, il quale ha anche spiegato che verranno aggiunti due quartieri alla cittadina di Katzrin, e verranno creati due nuovi insediamenti, a Assif e Meitar. “D’altronde – ha aggiunto – l’emergenza Covid-19 ha mostrato che è un errore vivere in grossi centri, e che è possibile operare con il telelavoro”.
Sarà da vedere quanti israeliani accetteranno di trasferirsi sulle Alture del Golan, non tanto per le infrastrutture promesse ma che ancora non ci sono, quanto più perché esse rimangono un territorio conteso e situato su una polveriera, al quale la Siria giustamente non intende rinunciare.