Joe Biden: la transizione su Twitter

di Gianluca Vivacqua –

“Contiamo ogni voto”. Erano le 20.10 del 4 novembre quando, a spoglio ancora in corso e con la macchina trumpiana delle recriminazioni già in moto, Joe Biden esortava elettori e sostenitori a mantenere la calma e ad attendere che il conteggio dei voti delle presidenziali giungesse nei vari Stati a percentuali meritevoli di una discussione seria. Ma con quella frase il candidato democratico intendeva anche fare il verso al suo competitore e rivalersi su di lui riguardo a una questione morale. Fino a quel momento infatti il presidente uscente non aveva perso occasione per accusare il partito democratico di disperdere o addirittura distruggere i voti dati dai cittadini ai repubblicani; Biden aveva incassato in silenzio ma a quel punto era arrivato il momento di giocare alla Trump in funzione anti-Trump. Sono io, adesso, a dirvi di non scartare neppure un voto, mentre dall’altra parte si sentono solo borbottii, lamentele confuse e propositi bellicosi quanto fumosi. Biden ribadisce lo stesso concetto anche alle 22.05: “Ogni voto dev’essere contato. Nessuno ci porterà via la nostra democrazia, né ora né mai”, e poi ancora il 5, alle 14.25: “Ogni voto deve essere contato”.

“Voglio essere chiaro: ho fatto campagna elettorale come un orgoglioso democratico, ma governerò come un presidente americano”. Alle 20.15 del 5 dicembre le sensazioni positive per Biden sono già tante (“Confido che risulteremo vincitori”, twittava nella notte) e così si lascia andare a una dichiarazione che sa già di manifesto presidenziale. Dopo un presidente altamente divisivo qual era stato Trump, egli si propone come l’uomo intenzionato a riunire gli Usa e le varie anime del Paese. Lo stesso concetto è ribadito, in modo forse ancora più solenne, il 7 novembre, di buon mattino: “Forse possiamo essere avversari – ma non certo nemici. Siamo innanzitutto americani”.

“America, sono onorato che tu mi abbia scelto per guidare un così grande Paese”. 7 novembre, ore 17.52. Di Stato in Stato si rincorrono le azioni legali – e I fallimenti – della squadra di Trump per invalidare i risultati delle urne ma il dato che emerge con sempre maggiore prepotenza è che è Biden il presidente eletto, anzi il più votato della storia. Ora è tempo dei primi proclami ufficiali della sera: “l lavoro che ci aspetta sarà duro. Sarò un president per tutti gli americani – che tu abbia votato per me o no. Ripagherò la fiducia che hai riposto in me”.

“Non sarò president fino al 20 gennaio, ma il mio messaggio per tutti oggi è questo: indossate una mascherina”. Sin dall’inizio della campagna elettorale Biden ha mostrato di avere in cima ai suoi pensieri la salute dei suoi cittadini, quasi abbandonati dall’amministrazione Trump in mezzo all’uragano Covid. Tra valutazioni superficiali e soluzioni miracolistiche il governo federale era riuscito a rendere la prima potenza mondiale anche il Paese capofila tra quelli agonizzanti per il virus. Per Biden urge invertire la rotta, come ribadisce in un tweet delle 21.00 del 9 novembre, e occorre farlo partendo da atteggiamenti essenziali, elementari: per esempio, portare la mascherina, con regolarità. Sempre il 9 novembre, in un tweet precedente, Biden aveva annunciato la nascita di un Consiglio consultivo di transizione sul Covid. Sulla necessità che si cominci ad agire opportunamente aspettando un decisivo ricambio alla Casa Bianca, il presidente torna in un tweet del 14 novembre: “Sono il presidente eletto, ma non sarò presidente fino al prossimo anno. Il Covid-19 non rispetta i tempi del calendario, sta accelerando già in questo momento. È necessaria un’azione urgente oggi, ora, da parte dell’attuale amministrazione”. E poi, ancora, il 20 novembre: “Indossare la mascherina non è propaganda politica, è un dovere per la patria”; e il 13 dicembre: “Indossare la mascherina non è una questione politica, è scienza”.

“Oggi annuncio I primi membri della mia squadra per la sicurezza nazionale e la politica estera. I miei uomini saranno così bravi da riunire il mondo intorno a un tavolo per affrontare le sfide globali, sfide che nessun Paese può permettersi di affrontare da solo”. In realtà, quelle annunciate il 23 novembre alle 21.13 non sono le prime nomine perfezionate da Biden per quanto riguarda la sua amministrazione. Il 17 novembre, un tweet dell’account della Transizione Biden-Harris svelava i nomi dei dirigenti del personale della Casa Bianca. Adesso si aggiungono ufficialmente i nomi del segretario di Stato, Anthony Blinken; dell’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas Greenfield; dell’inviato per il Clima, John Kerry; del direttore dell’Intelligence Nazionale, Avril Haines; del segretario per la Sicurezza interna, Alexandro Mayorkas; del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan.

“Non c’è tempo da perdere sulla crisi economica né tantomeno sulla ricostruzione economica. Questa squadra sarà pronta fin dal primo giorno a manovrare ogni leva per aiutare I più colpiti dal Covid-19 e correggere le disuguaglianze strutturali nella nostra economia”. Il 30 novembre, ore 18.43, Biden twitta i nomi delle persone-chiave della sua amministrazione sul versante economico: si tratta del segretario al Tesoro, Janet Yellen, e del vice segretario, Wally Adeyemo; del direttore dell’ufficio del Bilancio, Neera Tanden; e infine dei tre membri del Consiglio dei Consulenti economici: Cecilia Rouse, Jared Bernstein, Heather Boushey. Anche stavolta, questo tweet era stato preceduto da un cinguettio dell’account ufficiale della transizione che, il 29 novembre, dava un’identità ai dirigenti dello staff della Comunicazione della Casa Bianca.

“Questa squadra di medici e funzionari di livello mondiale sarà pronta fin dal primo giorno per attuare una rispsta complete del governo alla crisi”. Il 7 dicembre, ore 16.07, arrivano i primi nomi di quelle che saranno le personalità di riferimento, nel corso del suo mandato, per quanto riguarda la politica sanitaria: tra di loro c’è anche Anthony Fauci, il virologo entrato in conflitto con Trump sin dall’inizio dell’epidemia di Covid. Due giorni dopo Biden annuncia la nomina del nuovo segretario alla Difesa, il generale Lloyd Austin, il primo afroamericano alla guida del Comando unificato delle forze armate degli Stati Uniti (CENTCOM). Il 3, intanto, era già maturata la scelta del direttore del Consiglio dei Consulenti economici, Brian Deese.

Il quadro continua a perfezionarsi nelle settimane successive. L’11 si riempiono cinque caselle relative agli affari e alle attività interne. Il 16 Pete Buttigieg, ex candidato alla Casa Bianca, è designato come nuovo segretario ai Trasporti. E il 19 arrivano sei nomine anche nel settore energia e ambiente.
“Sono onorato di essere Persona dell’anno in compagnia di Kamala Harris, e grato di essere entrato nella rosa dei candidati insieme a persone straordinarie”. 11 dicembre, ore 16.53. Biden festeggia su Twitter la conquista della copertina di Time, in condominio con la vice Kamala Harris.
“Anche se siamo fisicamente separati in questi tempi difficili, tu non sentirti solo. Oggi dedica qualche minuto a entrare in contatto con amici e familiari. Ce la faremo, insieme”. 13 dicembre, ore 17.05. La solidarietà è uno dei capisaldi della visione di Biden per il Paese, in contrapposizione all’esasperato individualismo di Trump. Se Kennedy parlava di uno Stato aperto alla collaborazione dei cittadini, Biden ne immagina uno capace di comprendere realmente i loro problemi (“Mio padre era solito dire: “Joey, io non mi aspetto che il governo risolva i miei problemi, mi aspetto che li capisca””, twitta il 5 dicembre).

“Oggi ho ricevuto il vaccine contro il Covid-19”. 22 dicembre, ore 1.55. Come promesso, Biden è il primo negli Usa a farsi iniettare una dose di vaccino Pfizer. E in diretta tv. Su Twitter, dopo l’annuncio, gli preme ringraziare i medici ed esortare i cittadini a non avere paura di seguire il suo esempio. Non replica, invece, il ringraziamento a Trump fatto davanti alle telecamere. Tra i suoi tweet si può però trovare la ragione che lo ha indotto a questo gesto di distensione televisiva: riconciliare gli animi in una fase delicata come la transizione (“Voglio essere chiaro: gli stati Uniti sono sempre stati un esempio per il mondo quanto a transizione pacifica del potere, e continueranno a esserlo”, scrive il nuovo presidente il 18 dicembre deplorando le numerose azioni di disturbo della fazione filotrumpiana). Ma di Biden abbiamo già osservato anche la sottile ironia, e forse in quel “grazie” potrebbe essercene una stilla: assicurare quei vaccini che prometteva da mesi, descrivendoli come la panacea di tutti i mali, era il minimo da parte di Trump, dopo i disastri accumulati su tutti gli altri fronti dell’emergenza sanitaria. Gli siamo grati per essere riuscito a fare l’unica cosa buona che gli era rimasta da fare, ecco il velato messaggio.
“Un educatore guiderà il nostro Dipartimento per l’Educazione”. Con questo tweet, il 23 dicembre alle 1.55, Trump annuncia che il suo segretario all’Educazione sarà Miguel Cardona, funzionario scolastico nel Connecticut ed ex insegnante di scuola elementare.

“Nel XXI secolo, dodici anni di scuola non sono sufficienti. Ecco perché, secondo il piano Biden-Harris, il community college sarà gratuito per le famiglie che guadagnano meno di 125mila dollari all’anno così come I college e le università pubblici”. 24 dicembre, 3.20. Una riforma democratica dell’istruzione è quella che consente a chi ha meno mezzi in partenza di recuperarli strada facendo. Di qui la volontà di Biden di rendere completamente gratuiti i community college (cioè gli istituti superiori che garantiscono la formazione universitaria per i primi due anni) così come i college e le università pubblici per gli studenti che provengono dalle famiglie meno abbienti. Il tweet è praticamente chiuso in sandwich tra altri due cinguettii dedicati anch’essi al tema dell’istruzione: “Dobbiamo assicurarci che ogni bambino in questa nazione abbia accesso a una buona istruzione, indipendentemente dal codice postale o dalla disabilità” e “Ogni studente deve essere equipaggiato per diventare una risorsa nell’economia del future. Ogni educatore ha bisogno dei mezzi adeguati per svolgere il proprio lavoro con dignità e successo. E ogni scuola ha bisogno di essere sostenuta per poter ripartire con sicurezza”: pari opportunità per tutti gli studenti e più risorse per gli educatori. E legittime garanzie di riapertura delle scuole in sicurezza.

“Una volta in carica, chiederò agli americani di indossare una mascherina per I primi 100 giorni della mia amministrazione. Non è un proclama da politici, è un dovere da cittadini (cfr. il tweet del 20 novembre, ndr)”. 30 dicembre, ore 00.25. A poche ore dall’anno nuovo, Biden ribadisce un concetto già espresso più volte in campagna elettorale. Per gli americani portare una mascherina continuativamente per 100 giorni (a partire dal giorno dell’insediamento della nuova amministrazione) sarà un piccolo sacrificio nell’immediato che frutterà, però, una ricompensa enorme alla distanza. E poi, bisogna aderire con fiducia alla campagna di immunizzazione, come ha fatto Kamala Harris. “Da prendere come esempio”: così il neopresidente si congratula con la futura vice, che il 29 entra nel club dei vaccinati. Da parte del governo che verrà l’impegno è chiaro: “Ci accerteremo che i vaccini siano gratuiti”.