Kenya. Ecosave in aiuto della popolazione

di Massimo Gabbani –

Ogni anno nel mondo il veleno del morso di serpente uccide più di 100mila persone, ed è causa di cecità, amputazioni ed altre disabilità permanenti. A lanciare l’allerta è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha approvato una risoluzione nella quale riconosce i morsi di serpente come priorità della salute globale.
Secondo l’Oms le complicazioni causate dai morsi di serpente rimangono una delle malattie tropicali più trascurate ed ha elaborato una strategia globale per dimezzare questi numeri entro il 2030.
Questa programma vuole migliorare l’accesso a trattamenti sicuri ed efficaci per poter ridurre il tasso di mortalità, ma questo non è l’unico problema, si stima infatti che per ogni persona che muore dopo l’inoculazione del veleno da parte di un serpente altri quattro rimangono con disabilità permanenti, che possono essere cecità, mobilità ridotta o amputazione di un arto.
Una delle aree più colpite è l’Africa sub-sahariana, dove ogni anno il morso del serpente causa la morte di circa 20mila persone.
In alcune contee del Kenya il numero delle persone morse da un serpente è ancora alto, spesso le vittime vengono morse di notte all’interno delle loro abitazioni, questo accade perché i serpenti seguono le loro prede come ad esempio i topi, i quali entrano nelle case portandosi dietro il serpente causando l’aggressione ai danni dell’uomo.
Ad aggravare la situazione va aggiunto che molte di queste abitazioni, soprattutto quelle situate in aree più remote o rurali sono senza corrente elettrica quindi senza luce, situazione in cui si trovano anche interi villaggi.
Questo rende impossibile vedere il pericolo, riconoscere il tipo di serpente dopo essere stati morsi, cosa molto importante per capire il tipo di veleno che è stato inoculato, senza contare che la mancanza di luce, la precarietà di alcune strade e spesso l’assenza di un mezzo di trasporto, rendono impossibile il recarsi in ospedale.
Va inoltre detto che i sieri antiveleno hanno un costo elevato per la popolazione che spesso non ha la possibilità di poterlo pagare, questo spinge alcune persone a restare a casa o a ricorrere al medico tradizionale o sciamano, senza recarsi in un centro ospedaliero.
Dati alla mano, l’azienda italiana Tecnimed specializzata nella progettazione e nella produzione di apparecchiature elettroniche ed elettromedicali, con particolare riguardo ai prodotti per la tutela della salute, ha deciso di recarsi in Kenya, dove ha voluto portare un dispositivo medico creato dall’azienda stessa, l’Ecosave uno stimolatore elettronico di dimensioni e peso molto contenuti, in grado di emettere tramite due elettrodi scariche ad elevato voltaggio e a basso amperaggio, per la durata di un centesimo di secondo e con pause regolari di un secondo.
L’apparecchio agisce efficacemente contro morsi velenosi di serpenti, punture venefiche di insetti e costituisce un mezzo innovativo di pronto intervento, prima di eventuali cure di un medico o di un centro ospedaliero.
Secondo uno studio eseguito nel 1995 nell’allora Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo, l’apparecchio ha dimostrato la sua efficacia contro il veleno emotossico, che è quello inoculato da tutti i viperidi europei e dalla maggior parte dei serpenti a livello globale, ma non risultò efficace contro il veleno neurotossico come quello inoculato dal mamba, da alcune specie di cobra e da altri tipi di serpente. Sono attualmente in corso altri studi per confermare o meno il risultato ottenuto in Zaire.
Francesco Bellifemine, presidente dell’azienda Tecnimed, ha intrapreso questo viaggio insieme a sua figlia Cinzia, avendo come fine quello di aiutare la popolazione del Kenya colpita da questo problema.
“Le dimensioni, il peso e il costo dell’Ecosave ne consentirebbero una diffusione capillare che andrebbe a coprire le aree più colpite, in modo da garantire un primo soccorso rapido ed efficace in ogni posto a qualsiasi ora anche durante la notte, questo naturalmente non escluderebbe il fatto che bisogna comunque recarsi nel minor tempo possibile nell’ospedale più vicino per essere visitato da un medico, ma darebbe la possibilità di iniziare a trattare il morso già nei primi istanti, cosa molto importante”, ha spiegato Bellifemine.
La destinazione del viaggio è stata la Contea di Kakamega una della 47 contee del Kenya situata nella parte occidentale del paese con una popolazione di 1.867.579 abitanti secondo il censimento del 2019.
All’interno della contea c’è una vasta foresta pluviale che copre circa 238 km², un ecosistema ricco di biodiversità, con al suo interno diverse specie di serpenti, alcune delle quali molto pericolose.
La deforestazione che ha subito la foresta da parte dell’uomo e i villaggi situati lungo i margini della stessa rendono gli incontri tra uomo e serpente molto frequenti, a volte con esiti drammatici.
L’intenzione è quella di voler creare una sinergia tra la contea di Kakamega e l’azienda Tecnimed al fine di trovare una soluzione almeno parziale a questo fenomeno.
Questa collaborazione sta dando vita ad un progetto di ricerca che vedrà coinvolti diversi attori, oltre alla contea ed alla Tecnimed che si avvale della collaborazione del suo consulente scientifico il dottor Giorgio Martini, è da menzionare anche l’Università di Urbino.
L’apporto del dottor Martini è fondamentale, essendo un esperto nel trattamento dei morsi di serpente, oltre ad avere una buona conoscenza del territorio kenyano.
Questa ricerca che sarà svolta in 10 ospedali governativi della contea di Kakamega servirà a verificare l’efficacia del dispositivo sulle diverse tipologie di veleno.
L’augurio di Tecnimed è che la ricerca dia buoni risultati, in modo da poter garantire un supporto concreto alla popolazione locale afflitta da sempre da questo grave problema.