La fine della democrazia

di Mario Galardi

La democrazia moderna si basa sul volere e sul governo della maggioranza dei cittadini, fatti salvi i diritti delle minoranze. La forma per esprimere e per convalidare quel volere, sono le libere e democratiche votazioni, nelle quali i cittadini eleggono chi sarà poi deputato a governare.
Qui vogliamo parlare di come si esprime il voto, non dei sistemi elettorali (parlamentare, presidenziale, proporzionale, maggioritario, etc.), che sono un altro discorso. L’espressione del voto è l’atto fondamentale, su cui si basa l’intera costruzione democratica e dal quale derivano poi tutte le attribuzioni in campo legislativo, esecutivo e giudiziario.
In Italia il sistema si basa su liste di elettori, assegnate ad ognuno dei seggi elettorali. Il voto lo si esprime recandosi personalmente al seggio elettorale, che comprende centinaia di elettori e quindi garantisce la confidenzialità del voto. Esiste solo ed unicamente un seggio, dotato dell’elenco degli elettori di quel seggio, dove ogni cittadino può esprimere il proprio voto. L’identità dell’elettore viene verificata con un documento. Non si può essere accompagnati nella cabina elettorale (salvo speciali eccezioni). La scheda con il voto viene depositata in un’urna sigillata. La verifica dei voti e lo spoglio delle schede viene effettuato alla presenza di testimoni di ogni colore politico. I totali dei voti di ogni seggio vengono pubblicati e concorrono pubblicamente al totale generale della votazione.
Intervenire fraudolentemente in queste elezioni, se le urne sono vigilate e lo spoglio si effettua alla presenza di molti testimoni, è molto difficile. E in ogni caso, per falsificare una votazione, occorrerebbe intervenire contemporaneamente su migliaia di seggi elettorali, il che è praticamente impossibile. Con questo sistema di voto, pertanto, viene garantito che i risultati elettorali corrispondano alla somma dei voti, espressi in modo personale, libero e segreto.
Nelle votazioni che invece si basano su una scelta effettuata digitando su un touch-screen o con qualsiasi altro sistema elettronico, si può solo garantire l’identità dell’elettore che si presenta al seggio elettorale. Ma, dal momento in cui il voto viene espresso, quel voto sarà affidato al sistema informatico che lo gestisce, e non sarà più possibile verificarne l’autenticità.
Ogni sistema informatico è manipolabile e vulnerabile, molto più facilmente di quanto sia manipolabile il sistema di voto tradizionale. Un singolo “baco” informatico immesso nel sistema, può falsificare l’intera votazione. Spiace doverlo dire a chi, come il sottoscritto, ha iniziato a lavorare programmando computer e poi durante la sua vita ne ha gestito la vendita di centinaia di migliaia, in molte parti del mondo.
L’informatica è una rivoluzione veramente straordinaria, che sta cambiando e migliorando il nostro modo di vivere. Ma i sistemi elettronici non sono i più indicati a garantire un sistema di voto. Se da un vostro conto corrente bancario gestito online scoprite un’inesattezza, è sempre possibile reclamare e presentare evidenze che portino alla correzione dell’errore. Ma in una votazione elettronica le manipolazioni difficilmente si possono evidenziare e ancor più difficilmente si possono dimostrare.
Se i sistemi di voto per via elettronica rappresentano un pericolo per la correttezza delle votazioni, i sistemi di voto per via postale sono la negazione assoluta della democrazia e offrono le porte spalancate a chi voglia manipolarne i risultati.
In una votazione per via postale non si può mai essere certi che la busta elettorale sia pervenuta al legittimo destinatario. Neppure si può mai essere certi che il voto sia stato espresso, e poi sia stato inviato, proprio dall’elettore che ne aveva il diritto, e non da un’altra persona. E neppure si potrà mai essere certi che il voto sia stato deciso liberamente e non sotto la pressione di qualcuno.
Ma c’è anche di peggio. Le schede elettorali possono essere duplicate. Di milioni di buste spedite per posta, molte possono essere intercettate e manipolate, sia durante le consegne ai destinatari, sia nel tragitto di ritorno ai centri elettorali.
In un tempo in cui le popolazioni sono colpite da disgrazie come la pandemia e sono sotto la pressione di forme di pensiero escludenti e illiberali, come il politically correct che vuole condizionarci oltre che nel pensiero perfino nel linguaggio, è imprescindibile che almeno al momento del voto l’elettore sia libero e non condizionato, e che poi il suo voto sia correttamente contabilizzato.
Qualcuno avrebbe dovuto avvertire i cittadini degli Stati Uniti che il sistema di voto per posta è di gran lunga il meno sicuro, e lascia ampi spazi di intervento a chi, per affermare i propri interessi o per far prevalere le proprie ideologie, sia disposto a manipolare le votazioni. E falsificare le elezioni è la forma più effettiva, e senza spargimenti di sangue, per arrivare alla fine della democrazia.