L’inarrestabile ascesa di Hezbollah

Con la netta affermazione alle elezioni legislative libanesi del maggio 2018, insieme agli alleati della “Coalizione dell’8 marzo”, gli Hezbollah continuano la loro inarrestabile ascesa politica e militare in Medio Oriente, divenendo sempre più indipendenti dall’Iran e attore di notevole influenza nella regione.

di Daniele Garofalo –

Hezbollah, dall’arabo Ḥizb Allāh, “Partito di Dio”, nasce come un’organizzazione politica integralista libanese di resistenza, da cui si origina la più nota ala paramilitare, tra il 1982 e il 1985, istituzionalizzandosi ufficialmente come partito politico riconosciuto dal 2005, conquistando inoltre quattordici seggi in parlamento. E’ stato negli anni sostenuto da Iran e Siria, sia militarmente sia economicamente. Negli ultimi anni ha sviluppato metodi di autofinanziamento, tramite il riciclaggio dei proventi del traffico di droga dei cartelli colombiani e la produzione e vendita di metanfetamine, in particolare il Captagon. Obiettivo principale fin dalla nascita era, ed è, quello di diminuire o contrastare l’influenza di Israele, contro cui ha condotto una continua guerriglia di resistenza contro l’occupazione del Libano meridionale fino al 2006. A causa delle numerose azioni militari violente della sua ala militare al-Muqawwama al-Islāmiyya, “La Resistenza Islamica”, in particolare tra il 1983 e il 1996 con attentati, dirottamenti aerei e rapimenti, Hezbollāh è stata inserita nel 1997 nella lista statunitense delle organizzazioni terroriste straniere, mentre nel 2013 l’Unione Europea ha identificato come terrorista soltanto la sua ala militare. Nel 2016 Hezbollāh è stata designata come organizzazione terrorista dal Consiglio di cooperazione del Golfo e dalla Lega araba, decisione che però può essere legata all’inasprimento delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran sciita. Hezbollāh, negli ultimi anni, si è distinta, però, difendendo musulmani di diverse correnti, cristiani siriani e i confini libanesi, contro gli attacchi dello Stato Islamico e di altri piccoli gruppi terroristi islamisti provenienti dalla Siria. Molte delle vittorie conseguite sul campo da parte dell’esercito siriano sono dovute al sostegno garantito all’esercito regolare dagli Hezbollāh. Il sostegno dei miliziani libanesi al governo di al-Assad può essere letto sotto un duplice aspetto, il primo ideologico-religioso, che li porta a essere legati all’Iran, alleato della Siria, il secondo di ordine pratico, in quanto, per ragioni di realpolitik, era necessario evitare la caduta del governo siriano, evento che se verificatosi avrebbe comportato un isolamento dannoso per il gruppo sciita libanese. Oltre che in Siria, gli Hezbollāh continuano a sostenere e supportare militarmente anche i ribelli yemeniti Ḥouthī e i palestinesi di Hamas e Ḥarakat al-Jihād al-Islāmī fī Filasṭīn, “Movimento per lo Jihad Islamico in Palestina”. Nel 2017, il presidente libanese Aoun ha definito gli Hezbollāh complementari all’esercito regolare. Il 6 maggio 2018 si sono svolte le elezioni in Libano, dopo circa dieci anni dall’ultima volta, con la vittoria netta dell’“Alleanza 8 Marzo” composta da Hezbollāh, Amal e FPM, partito cristiano maronita del presidente uscente Michel Aoun, che hanno conquistato la maggioranza con 68 seggi su 128.

Il ruolo politico in Libano.
Gli Hezbollāh nel Sud del Libano, sono divenuti una sorta di Deep State, uno “Stato nello Stato”, composto di una struttura tentacolare che ne ha fatto un’organizzazione presente in tutti i campi, dal sociale al culturale, fino a quello assistenziale e militare. Oltre al partito politico e all’ala militare, Hezbollāh è composto di una complessa struttura: la Bayt al-Mal, organizzazione all’interno del gruppo che si occupa dei servizi finanziari, degli investimenti e del banco di credito del Partito politico; la Jihad Al Binna, fondazione immobiliare che si occupa di sostenere economicamente le spese per il recupero dei danni causati dalla guerra: l’Hay’at Da’am al-Muqawama al-Islamiya fi Lubnan, l’“Organizzazione per il sostegno alla resistenza islamica”, un fondo caritatevole utilizzato per raccogliere finanziamenti e pagare i servizi offerti dal Partito ai cittadini, l’Imam al-Mahdi Scouts, un’organizzazione giovanile del Partito iscritta all’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout. Il gruppo gestisce inoltre un canale televisivo chiamato Al-Manar. L’ala politica di Hezbollāh è molto attiva all’interno del paese, in particolare nelle aree sotto il suo pieno controllo, in campo sociale, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria, nel sostegno economico alle famiglie povere, nella ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture distrutte del Libano del Sud. Il programma politico ed economico si basa sulla tutela dei diritti fondamentali quali l’istruzione, la sanità, il lavoro e la sicurezza sociale. Il gruppo, infatti, finanzia servizi e strutture sociali, agricole e la costruzione e manutenzione di scuole e ospedali.
Hezbollāh critica il regime politico su base confessionale presente nella Costituzione del Libano, considerandolo un ostacolo alla democrazia. Essi considerano il confessionalismo politico presente nel paese come utile nel garantire la convivenza sociale e politica, ma nel loro programma politico auspicano una sua futura abolizione per il raggiungimento di una reale democrazia che garantisca la rappresentanza parlamentare senza distinzione di religione, provenienza geografica e orientamento politico. Inoltre puntano a realizzare un’autorità giudiziaria indipendente, rafforzare l’economia del Libano puntando sullo sviluppo dell’agricoltura, del turismo e delle industrie, infine garantire la completa tutela sociale dei cittadini e consolidare il ruolo delle donne all’interno della società.

Un futuro da attore protagonista in Medio Oriente.
Il movimento politico e militare di Hezbollāh è a oggi il più potente e influente movimento del Medio Oriente, capace di confrontarsi con eserciti regolari e gruppi terroristi, in grado di operare oltre i confini nazionali legittimando le proprie azioni con l’uso sapiente dell’ala militare e dei propri media. Il successo di Hezbollāh è dovuto anche all’operato all’interno del partito del leader Hassan Nasrallah, capace di creare i presupposti politici e diplomatici per una duratura pace politica all’interno del paese, lacerato fino al 2008 da conflitti interconfessionali. L’impegno costante in campo sociale e l’incessante impegno nella ricostruzione della parte meridionale del paese hanno contribuito ad accrescerne la popolarità. Il forte consenso verso Hezbollāh è dovuto principalmente al loro impegno politico, in primis la lotta costante contro la corruzione, la loro costante presenza come forza militare in difesa dei confini libanesi, determinanti in particolare nel fermare l’avanzata del Califfato e nell’impedire qualsiasi infiltrazioni del terrorismo islamista in Libano. Hezbollāh inoltre è uscita palesemente rafforzato dalla guerra siriana, nonostante le notevoli perdite subite tra i suoi ranghi. Le sue milizie a oggi numericamente superiori e meglio armate di molti eserciti regolari della regione, godono del supporto della popolazione libanese e siriana e durante il lungo conflitto di questi anni hanno avuto modo di addestrarsi e accumulare maggiore esperienza.
Hezbollāh, inquadra la propria azione non più solo in Libano, ma nel contesto internazionale, puntando allo sradicamento di ogni influenza occidentale nel Libano e nel Medio Oriente, in particolare schierandosi contro l’operato degli USA e dei suoi alleati, oltre che contro gli storici nemici Israele e Arabia Saudita. Questi ultimi guardano con crescente preoccupazione al considerevole rafforzamento di Hezbollāh, sia militare sia politico, così come alla sempre più forte alleanza con la Siria e l’Iran, che potremmo condurre in futuro a nuove tensioni e guerre.