di Fabrizio Belfiori –
Negli ultimi anni moltissimi top club europei hanno inserito sulle loro maglie da gioco sponsor di società legate al mondo bancario e delle criptovalute. Come lo scossone di Credit Suisse potrebbe ridurre le entrate e far perdere milioni alle società di calcio.
Lo scossone Credit Suisse.
Credit Suisse, una delle banche di investimento europee più importanti, verrà acquistata dal suo principale competitor, USB. I numerosi scandali susseguitisi nell’ultimo decennio hanno intaccato la reputazione dell’istituto svizzero. Dopo la manifestata volontà della Banca nazionale Saudita, principale azionista di Credit Suisse, di non procedere ad una nuova ricapitalizzazione, il titolo ha iniziato il suo tracollo venerdì scorso. Coronato, nella giornata di oggi, dalla riduzione del 57% del valore di una singola azione.
Il contratto di sponsorizzazione per le maglie di calcio.
Le cifre necessarie per apporre il nome del proprio marchio sulla maglietta di una squadra di calcio europee sono da capogiro. Il Brighton & Hove Albion, società calcistica attualmente settima nel campionato inglese, ha sottoscritto un accordo fino al 2032 con American Express per 100 milioni di dollari. Per fregiarsi della maglia di una squadra storica del calcio inglese, come il Liverpool, le cifre sono ben più alte. Infatti, la società finanziaria Standard Charted Bank eroga ogni anno circa 50 milioni di dollari.
La situazione delle sponsorizzazioni in Italia.
La FIGC concesse solamente nel 1974 ai giocatori di poter gestire autonomamente i propri diritti di immagine. Nel 1978 fu il turno degli sponsor tecnici, a cui fu concesso di apporre il proprio logo sulle maglie da gioco. L’Udinese Calcio sempre nel 1978 aggirò la regola imposta della FIGC apponendo solamente sui pantaloncini il nome di una attività commerciale produttrice di gelati preconfezionati della zona, la Sanson. Fu il primo caso di sponsor non tecnico in Italia. La FIGC, a seguito di altri compartenti simili da parte di altrettante squadre italiane, si arrese e liberalizzò completamente le sponsorizzazioni nel 1982.
Le sponsorship per i club italiani sono molto più magre. Infatti solo 7 club (Juventus, Inter, Fiorentina, Milan, Sassuolo, Roma e Napoli) vanno sopra la media dei ricavi generata dai 20 club di Serie A, pari a circa 10,65 milioni di euro. La maglia più preziosa è quella della Juventus, che senza considerare la spesa dello sponsor tecnico adidas riceve circa 58 milioni di euro all’anno. Anche se c’è da considerare come una buona fetta provenga da Jeep (circa 45 milioni di euro) produttore di autovetture facente parte della holding Stellantis amministrata da John Elkann.
Come il naufragio di Credit Suisse può intaccare il mercato delle sponsorizzazioni.
Allora perché la crisi di Credit Suisse dovrebbe preoccupare le società di calcio? Alcuni titoli delle società che elargiscono ogni anno importanti contributi finanziari per le squadre sono in perdita. Il mercato teme un effetto contagio della situazione di instabilità generata da Credit Suisse. La già citata Standard Charted, sponsor del Liverpool dal 2020, ha perso il 10% i cinque giorni successivi al crack di Credit Suisse. Stesso discorso per AIA, multinazionale assicurativa e finanziaria cinese sponsor della squadra londinese Tottenham Hotspur.