Qatar. La nuova legge sul salario minimo a tutela dei lavoratori migranti

di Alberto Galvi

Nel Qatar la nuova legge sul salario minimo è entrata in vigore a favore di centinaia di migliaia di lavoratori migranti. Questa è l’ultima mossa del governo della piccola nazione del Golfo per sostenere l’esercito dei lavoratori stranieri provenienti specialmente da India, Pakistan, Egitto, Iran, Palestina, Giordania, Bangladesh, Filippine e Sri Lanka, occupati ma spesso sfruttati nelle aziende o come collaboratori domestici.
La legislazione rende il Qatar il primo Stato del Golfo ad applicare un salario minimo nazionale per tutti i dipendenti in tutti i settori della sua economia ricca di gas.
La nuova legislazione garantisce a tutti i dipendenti di ricevere un salario mensile minimo di 1.000 QAR (Riyal del Qatar, 229 euro), nonché un minimo di 300 (69 euro) QAR per il cibo e 500 (114 euro) QAR per l’alloggio, a meno che non li fornisca entrambi il datore di lavoro.
Questo aumento salariale migliorerà la vita dei lavoratori e di un gran numero dei loro familiari che vivono nei Paesi di origine e che fanno affidamento sulle rimesse inviate ogni mese. Nel settore privato più di 400mila lavoratori beneficeranno direttamente della nuova legge. Il Qatar ha solo 300mila cittadini propri su un totale di 2,7 milioni di abitanti.
Inoltre per aderire alla nuova legislazione più di 5mila aziende hanno già aggiornato i propri sistemi di gestione di paghe e contributi. Gli ispettori del lavoro faranno rispettare la legislazione e imporranno sanzioni a tutte le società che non si atterranno alle nuove regole.
Negli ultimi anni il Qatar ha attuato una serie di riforme del lavoro, come quella che abrogava nell’agosto 2020 l’obbligo del consenso dei datori di lavoro per cambiare lavoro. Il sistema della kafala, o sponsorizzazione in precedenza spesso portava ad abusi e sfruttamento.
Il trattamento riservato dal Qatar ai lavoratori migranti si è acceso sotto i riflettori del mondo da quando nel 2010 la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) ha assegnato al paese mediorientale l’organizzazione della Coppa del Mondo di calcio 2022.
Nella nazione ricca di energia, il governo del Qatar ha da tempo affermato di essere impegnato nelle riforme del lavoro necessarie alla gestione della manodopera straniera specializzata e non solo. L’economia del Qatar è soggetta al controllo statale centralizzato, il governo possiede o controlla direttamente la ricchezza mineraria del Paese, le principali imprese manifatturiere, le banche e le compagnie di assicurazione.
Dopo anni di dipendenza quasi interamente dal settore petrolifero, la continua prosperità della piccola nazione del Golfo ora dipende dalla modernizzazione e dalla diversificazione delle attività economiche che richiedono sempre di più manodopera straniera. Il Qatar ha modificato la sua legge sulla residenza per consentire alla maggior parte dei lavoratori migranti di lasciare il Paese senza aver bisogno un visto di uscita.