Siria. Erdogan e Putin bloccano l’offensiva su Idlib. Stabilita una fascia di sicurezza per i civili

di Enrico Oliari –

Il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyp Erdogan hanno stabilito nel loro incontro di ieri una “zona demilitarizzata” di 15-20 chilometri da realizzarsi entro il 15 ottobre nella regione di Idlib entro la quale non vi potranno essere miliziani di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), sigla che raccoglie in particolare i qaedisti ex Jabat al-Nusra e vari gruppi salafiti. La fascia interdetta alle ostilità servirà per garantire uno spazio di sicurezza ai civili e sarà pattugliata “dalle forze armate turche e dalla polizia militare russa”.
Putin ha spiegato che “Durante l’incontro abbiamo discusso dettagliatamente della situazione nel governatorato di Idlib e abbiamo deciso di istituire una zona demilitarizzata di 15-20 km lungo la linea di contatto tra le truppe governative e l’opposizione armata entro il 15 ottobre e di evacuare i miliziani radicali, tra cui Jabhat al-Nusra”. Ha poi aggiunto che “In generale la leadership siriana sostiene questo approccio” e che “presto condurremo negoziati addizionali” la parte governativa siriana. I miliziani dovranno tiritera anche i propri mezzi e i pezzi di artiglieria.
In conferenza stampa il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu ha inoltre reso noto che al momento non sono previste nuove operazioni dell’esercito siriano su Idlib.
Ad esprimere preoccupazione per un’eventuale offensiva massiccia su Idlib era stata l’Onu per via dei molti civili che si trovano nell’area, e solo pochi giorni fa il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva denunciato che “Per quanto riguarda la situazione in Idlib viene usata la strategia preferita dei ribelli: usano i civili come scudi umani. Hanno sottomesso la maggior parte dell’opposizione armata”.
L’annuncio che non vi sarà l’offensiva massiccia su Idlib va in controtendenza con quanto stabilito il 7 settembre al vertice di Teheran tra Vladimir Putin e Hassan Rohani, il presidente siriano, i quali avevano messo in minoranza Erdogan. Questi si era detto preoccupato per la mole di profughi che avrebbero potuto cercare di entrare in Turchia, ma in realtà l’avanzata dei regolari avrebbe significato la sconfitta delle milizie islamiste e di quelle turcomanne sostenute proprio da Ankara.