Togo. Verso le elezioni presidenziali

di Valentino De Bernardis –

togo_flagIn un clima politico alquanto difficile, la Corte Costituzionale del Togo si appresta a fissare una data per le prossime elezioni presidenziali. Dato il mandato dell’attuale presidente Faure Essozimna Gnassingbé in scadenza nel mese di maggio, con il passare dei giorni la finestra per una data utile si va sempre più assottigliando. Ad oggi, se non ci dovessero essere sorprese dell’ultimo minuto, le prime (ed ultime) date utili sono il penultimo o l’ultimo fine settimana di aprile. A rendere difficoltoso il compito dei nove giudici costituzionali è l’acceso dibattito tra il partito di governo Rassemblement du Peuple Togolais (Rpt) e una coalizione di partiti d’opposizione riuniti in seno al Combat pour l’Alternance Pacifique en 2015 (Cap 2015).
Tema centrale dello scontro riguarda le riforme costituzionali richieste dal Cap 2015, con particolare riferimento alle norme che dovranno regolare l’imminente tornata elettorale. Le tre questioni chiave riguardano:
–    Mandato presidenziale. In linea di massima la volontà di porre un limite di due mandati presidenziali consecutivi, trova il sostegno trasversale di tutto l’arco parlamentare togolese. A dividere però è l’entrata in vigore della stessa. Mentre l’opposizione vorrebbe includere il processo di retroattività, l’esecutivo è fortemente contrario, in quanto ciò vorrebbe significare l’automatica esclusione di Gnassingbé, la cui carica del 2005 è già stata rinnovata nel 2010.
–    Sistema elettorale. La costituzione del 1992, ampiamente approvata dal referendum del 27 settembre 1992 (98,11% dei consensi), prevedeva un sistema elettorale a doppio turno per le elezioni del presidenziali. In seguito alla revisione del 2002, giustificata da questioni di bilancio statale e riduzione della spesa pubblica, si è passati al turno unico, sistema che a detta del Cap 2015 offrirebbe un vantaggio incolmabile al governo incarica.
–    Corte Costituzionale. La riforma dell’organo più importante dell’ossatura costituzionale togolese è certamente quella più anelata, ma anche quella più difficile da poter ottenere. La centralità della Corte deriva precipuamente dal suo potere di proclamare i risultati ufficiali delle elezioni e l’inappellabilità di tale verdetto. La nomina dei nove giudici dall’Assemblea Nazionale (6 membri) e dal Presidente della Repubblica (3 membri compreso il presidente), ne mina l’imparzialità, e quindi la veridicità dei verdetti.
Spinti dall’esempio della rivoluzione del Burkina Faso di fine ottobre 2014, i rappresentanti dell’opposizione hanno lanciato negli ultimi quattro mesi una intensa campagna di manifestazioni per tutto il paese, che però non hanno portato gli stessi frutti della vicina Ouagadougou.
Ad ogni modo, con l’inizio lo scorso 20 gennaio della campagna di aggiornamento delle liste elettorali da parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) l’opposizione sembra aver adottato una diversa strategia; Pascal Adoko, coordinatore del Cap 2015 ha infatti annunciato l’intenzione di voler abbandonare le manifestazioni di piazza per tutto il periodo elettorale, oltre che l’intenzione del movimento di voler boicottare le elezioni, come era stato proposto da più parti.
Intanto la mattina del 24 gennaio il partito dell’ex premier Messan Agbéyomé Kodjo,  Organisation pour Bâtir dans l’Union un Togo Solidaire (Obuts) ha annunciato un congresso per i prossimi 30-31 gennaio a Lomé, finalizzato a decidere la linea strategica del partito ad alla ricerca di un candidato per le prossime elezione.
In altre parole, indipendentemente dalla data che sarà scelta dalla Corte Costituzionale, la campagna elettorale è già iniziata.

Twitter: @debernardisv