Ucraina. Orban, ‘le sanzioni non funzionano: serve puntare sul dialogo e non sulla vittoria’

La Lituania rimuove il blocco di Kaliningrad.

di Enrico Oliari

La Lituania ha rimosso il blocco ai treni merci russi diretti nell’exclave di Kaliningrad. Circa un mese fa il governo di Ingrida Simonyte aveva decisio di bloccare sull’ondata di sanzioni alla Russia le merci dirette a Kaliningrad, un gesto che aveva suscitato le ire del Cremlino, da dove erano state minacciate ritorsioni; il portavoce della presidenza Dmitri Peskov aveva parlato di “decisione senza precedenti e di estrema gravità”, ed il vicepresidente della Commissione esteri del Consiglio federale Andrej Klimov (senatore di Russia Unita) aveva definito “l’iniziativa della Lituania un’aggressione contro la Russia”, minacciando anche il ricorso alla forza.
A sbloccare la situazione è stata la Commissione europea, la quale ha specificato che il blocco riguarda solo il trasporto su gomma e non quello ferroviario, e la Tass ha reso noto che già è in partenza un treno di 60 vagoni carico di cemento.
Intanto il premier ungherese Viktor Orban ha dovuto constatare la necessità di una nuova strategia nei confronti della Russia, dal momento che le sanzioni non stanno funzionando. Alla Reuters Orban ha spiegato che la strategia adottata dall’occidente, che si posa su quattro pilastri, ha fallito. Essi consistono nella vittoria dell’Ucraina sulla Russia grazie alle forniture di armi, nell’indebolimento della capacità economica della Russia e politica dei suoi leader attraverso le sanzioni, nel fatto che la comunità internazionale si schieri contro la Russia e che le sanzioni danneggiano più la Russia dell’Unione Europea.
Per Orban l’intero quadro non sta funzionando, tant’è che, sottolinea alla Reuters, “i governi europei stanno crollando come domino e i prezzi dell’energia sono aumentati”, per cui è ora di puntare “al dialogo per arrivare a una buona proposta di pace, piuttosto che su una vittoria nella guerra”.
D’altronde, come spiegato su Notizie Geopolitiche, la Russia sta puntando su altre piazze commerciali, in particolare India, Pakistan, Iran e Cina, che da soli valgono 3 miliardi di persone, ed anche il rublo continua a tenere. Gli stessi paesi si sono non a caso astenuti sulla proposta di condanna alla Russia all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Sull’Ucraina anche oggi sono continuati a cadere i missili russi: sono segnalate esplosioni con vittime anche civili a Odessa, al porto di Kiev, su una centrale idroelettrica nella regione di Kherson, dove un migliaio di soldati russi sarebbero circondati dalle forze ucraine, e a un aeroporto militare e un’infrastruttura ferroviaria nella regione di Kirohovrad.
Da parte Usa è invece stata confermata l’uccisione di due cittadini statunitensi impegnati a combattere con gli ucraini del Donbass, come pure il fatto che gli ucraini avrebbero già colpito un centinaio di obiettivi “di alto valore”.
Il consigliere Usa per la Sicurezza, Jake Sullivan, ha comunque fatto sapere che non verranno forniti all’Ucraina missili a lungo raggio (oltre i 300 km di gittata) per non avviare un’escalation.