Uruguay. Tra primarie e referendum: i partiti verso le presidenziali

di Alberto Galvi

In Uruguay è tempo di elezioni. Il 30 giugno si è votato per le PASO (Primarias Abiertas, Simultáneas y Obligatorias) in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 27 ottobre. Il 4 agosto invece si è votato per il pre-referendum per abrogare la legge, in vigore dal maggio di quest’anno che vuole estendere i diritti alle persone transessuali nel paese sudamericano. 
Alle elezioni primarie in Uruguay gli elettori hanno votato per i principali partiti tradizionali. Il vincitore delle primarie del Partido Nacional è Luis Lacalle Pou, mentre il suo candidato alla vice-presidenza sarà Argimon. Tra gli sconfitti invece ci sono Jorge Larrañaga, Verónica Alonso, Enrique Antía, Carlos Iafigliola e Juan Sartori. L’altro candidato alle presidenziali è Daniel Martínez del Frente Amplio. Martínez ha sconfitto alle primarie Carolina Cosse, Oscar Andrade e Mario Bergara.
Il terzo candidato è Ernesto Talvi del Partido Colorado che ha sconfitto alle primarie del suo partito il 2 volte presidente Julio María Sanguinetti e Amorín Batlle. A differenza delle elezioni presidenziali, le primarie non sono obbligatorie. La partecipazione è stata del 38%, una percentuale superiore rispetto alle aspettative ma inferiore rispetto alle elezioni precedenti. 
Altri partiti che hanno preso più di 500 voti ma il proprio candidato non è riuscito a passare alle primarie sono: Partido Indipendiente di Pablo Mieres, la coalizione di Unidad Popular coordinata da Gonzalo Abella. Alla competizione elettorale parteciperanno 2 nuovi partiti come il Partido de la Gente capitanato da Edgardo Novick e il Partido Cabildo Abierto guidato dal generale Guido Manini Ríos.
Altri partiti che si presenteranno alle presidenziali sono: il Partido Verde Animalista, il Partido Ecologista Radical Intransigente, il Partido Digital e il Partido de los Trabajadores. Questi partiti potrebbero presentarsi alle presidenziali sostenendo in coalizione uno dei 3 candidati dei partiti tradizionali.
In questa tornata elettorale hanno partecipato 15 partiti, con 28 candidati presidenziali e circa 3 mila liste sono state presentate per riempire le liste delle candidature sia a livello nazionale che a livello locale in vista delle prossime elezioni del 27 ottobre. Questo è solo l’inizio di un processo elettorale che andrà avanti anche il prossimo anno, quando si terranno contemporaneamente le elezioni regionali e municipali.
La campagna elettorale delle primarie è stata incentrata sulla pubblica sicurezza, visto l’aumento della violenza nel paese negli ultimi anni. Un altro tema importante è quello del lavoro, visto l’aumento della disoccupazione. Sui temi economici invece sarà compito del prossimo governo occuparsi di spese e di tasse.
La questione dei diritti civili ha avuto le sue luci e le sue ombre con il partito di sinistra del Frente Ampio che ha governato per 15 anni il paese. Il primo governo del Frente Ampio ha approvato la legge delle 8 ore per i lavoratori rurali e domestici, 2 gruppi di lavoratori storicamente con pochi diritti.
Sulla questione dei diritti civili, l’attuale presidente Tabaré Vázquez durante il suo primo mandato aveva posto un veto sulla legge dell’aborto, mentre il suo successore José Pepe Mujica l’ha fatta depenalizzare. Sul tema dei diritti civili Pepe Mujica ha anche approvato la legalizzazione della cannabis.
Nell’ottobre dello scorso anno, il Parlamento uruguayano ha approvato la legge a favore dei diritti delle persone transessuali, come l’accesso alla salute e i trattamenti ormonali ecc. Nonostante l’approvazione della legge, il pre-referendum non è stato comunque approvato. In Uruguay, nonostante 15 anni di governi progressisti, la lotta per la difesa dei diritti umani fondamentali, è una sfida ancora lontana dall’essere vinta.
I principali leader del Partido Nacional, hanno indicato ai loro elettori di non presentarsi alle urne il 4 agosto. Questo risultato ha mostrato la limitata capacità di mobilitazione delle chiese evangeliche e dei conservatori, che hanno trasformato la legge, approvata lo scorso ottobre, come il loro principale cavallo di battaglia, da cavalcare per vincere le elezioni presidenziali.
I possibili elettori di queste primarie erano 2,6 milioni di cittadini. Ricordiamo che le persone transgender presenti in Uruguay sono circa un migliaio e durante la dittatura hanno subito violenza sessuale, torture, e arresti ingiustificati.
Le ultime 2 votazioni hanno caratterizzato le scelte degli elettori verso 2 partiti. Il primo è sicuramente il Frente Ampio che punta verso il suo quarto mandato consecutivo con Daniel Martinez. Il partito sfidante è quello conservatore rappresentato dal senatore Luis Lacalle Pou, del Partido Nacional.
La partita elettorale è ancora aperta, per alcuni analisti Daniel Martínez del Frente Amplio dovrebbe vincere le presidenziali con un leggero vantaggio, mentre per altri Lacalle Pou del Partido Nacional è indicato come vincitore, grazie al sostegno delle comunità evangeliche. Tuttavia i sondaggi indicano che in ogni caso si andrà al ballottaggio a novembre.