Brasile. Il governo Bolsonaro è sostenuto dai militari, gruppi evangelici e neoliberisti

di Alberto Galvi –

L’ex militare in pensione Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile lo scorso ottobre ed è entrato in carica dal 1 gennaio scorso. A far vincere questo presidente che rappresenta l’ultra destra conservatrice brasiliana sono stati principalmente i cristiani evangelici, i membri delle forze armate e i gruppi che rappresentano i neoliberisti in Brasile.
La combinazione di tali forze sono i pilastri di questo governo privo di una vera maggioranza al Congresso ma in sintonia con i tre gruppi che lo sostengono grazie ai quali ha approvato misure controverse come quella di rendere più facile per i civili acquistare armi e per le industrie avere un maggiore accesso alle aree protette della foresta pluviale amazzonica.
I brasiliani, oltre al presidente della Repubblica, sono stati chiamati a eleggere i 513 deputati federali e gli 81 senatori del Congresso brasiliano il quale è molto diviso dopo le elezioni dello scorso ottobre. Con 30 partiti, codesto è il Congresso più frammentato dai tempi della dittatura militare tra il 1964 e il 1985. Inoltre il suo mandato è stato influenzato dalle dispute tra le fazioni che lo appoggiano e il PSL (Partido Social Liberal), il partito che lo sostiene ha diversi indagati per corruzione tra cui uno dei suoi figli, il senatore Flávio Bolsonaro.
Il neo presidente è stato eletto con la maggioranza dei voti degli evangelici, in particolare i neo pentecostali. Una delle riforme ritenuta importante da questo gruppo è la modifica dello statuto di famiglia che riconosce come famiglie soltanto quelle eterosessuali.
Il governo brasiliano lo scorso gennaio ha firmato una misura provvisoria con la quale esclude la popolazione LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex, Transgender) dalle politiche ministeriali volte a promuovere la difesa dei diritti umani delle categorie più a rischio nel paese. L’omofobia è comune in Brasile e la violenza contro le persone LGBT è molto diffusa.
In contrapposizione al governo conservatore la maggior parte dei giudici della Corte Suprema del Brasile ha votato per criminalizzare l’omofobia. Il Senato ha intanto approvato un disegno di legge che penalizza l’omofobia ma per diventare legge deve essere approvata da entrambe le camere.
La riforma più importante per la comunità evangelica riguarda la riforma scolastica a favore dell’abolizione dell’indottrinamento ideologico nelle scuole. Precedentemente il sistema educativo, brasiliano lascito del pedagogo Paulo Freire, è stato ampiamente influenzato dal marxismo. L’approccio educativo marziale con l’istituzione di scuole militari a cui si aggiunge il metodo educativo evangelico che pone la Bibbia al centro del sistema scolastico nell’apprendimento delle varie discipline.
Il condizionamento delle comunità evangeliche nel governo Bolsonaro ha influenzato anche la politica estera brasiliana. Gli evangelici infatti hanno voluto stringere un’alleanza con gli ebrei in chiave antiterrorista di matrice islamica. Il neo Presidente ha confermato la sua intenzione di trasferire con data da destinarsi l’ambasciata brasiliana in Israele a Gerusalemme, minimizzando eventuali ritorsioni commerciali dei paesi arabi. La cooperazione con Israele avverrà in settori strategici quali tecnologia, difesa, agricoltura, sicurezza e acqua.
Un’altra alleanza importante per il governo Bolsonaro è quella con gli Stati Uniti di Donald Trump con l’installazione in territorio brasiliano di una base militare statunitense, per bilanciare l’alleanza sul fronte opposto tra Venezuela e Russia che desta molte preoccupazioni a entrambi i paesi. Questa alleanza tra Brasile e Stati Uniti è anche diretta contro i regimi autoritari di Cuba e Nicaragua.
Tra i sostenitori del presidente brasiliano ci sono le forze armate. Nel Congresso brasiliano ci sono circa 25 legislatori tra militari o ex-militari. Nell’attuale governo brasiliano composto da 20 ministri di cui 8 sono militari come il generale Hamilton Mourao nel ruolo di vicepresidente. Questi ministri non sono più membri delle forze armate, ma sono ufficiali in pensione. Inoltre membri delle forze armate occupano posizioni dirigenziali come segretari, capi di gabinetto, direttori e altri centri di potere.
Per migliorare il livello di sicurezza nel paese, Bolsonaro ha firmato un decreto che allenta le regole per il possesso di armi, eliminando per tutti i cittadini sopra i 25 anni l’obbligo di dimostrare la necessità di avere un’arma, mentre un altro decreto ha dato la possibilità di avere il porto d’armi per 20 tipologie di professioni come politici eletti, avvocati e giornalisti. Bisogna però ricordare che il Brasile tenne nell’ottobre del 2005 un referendum, sul divieto di vendita di armi da fuoco e munizioni, gli elettori hanno respinto il divieto.
Il presidente brasiliano è dalla parte dei neoliberisti sul tema ambientale in quanto sostiene che i regolamenti per la protezione dell’ambiente sono eccessivi e inibiscono lo sviluppo economico, perché il 50% delle esportazioni brasiliane sono prodotti agricoli e minerali. Il presidente brasiliano ha così avviato i negoziati in modo che il ministero dell’Ambiente non abbia giurisdizione sulle risorse idriche e forestali del paese. L’attuale ministro, Ricardo Salles, difende la creazione di impianti idroelettrici e ferrovie nelle aree protette.
L’orientamento del nuovo governo privilegerà la produzione agricola con enormi ripercussioni sulla deforestazione. Bolsonaro ha anche affermato che la mancanza di direttive chiare per combattere i cambiamenti climatici sta minacciando la capacità del Brasile di rispettare i propri impegni per ridurre le emissioni di gas serra.
L’Esecutivo propone inoltre tagli alle pensioni con un’età minima di pensionamento di 65 anni per gli uomini e 62 per le donne. Questo tipo di riforma è però molto difficile da approvare soprattutto per un Congresso così profondamente diviso. Per il governo la soluzione migliore per governare è l’utilizzo dei decreti anche se in Brasile hanno il limite che devono essere ratificati dal Congresso.
Il governo brasiliano non ha avuto finora una vita facile, ex ministri dell’ambiente hanno criticato la decisione del governo di privare l’autorità del Ministero dell’Ambiente dei servizi della silvicoltura e delle agenzie idriche. Inoltre il presidente non è stato in grado di costruire alleanze e l’economia brasiliana continua a indebolirsi.