FRANCIA. Scintille con GB, ora scontro su downgrade

Ansa, 15 dic 11 –

di Alessandra Baldini – E’ di nuovo scontro attraverso la Manica sulla crisi dell’euro. La Francia ha soffiato sul fuoco dell’orgoglio britannico quando il governatore della Banque de France Christian Noyer ha suggerito in un’intervista che Londra meriterebbe un downgrade da parte delle agenzie di rating prima di Parigi. Le parole di Noyer al quotidiano locale bretone Le Telegramme sono arrivate sulla scia delle accuse – rivelate oggi dal Guardian – di Nicolas Sarkozy a David Cameron, di essersi comportato come ”un bambino ostinato” al vertice di Bruxelles. E’ un’altra conferma del cattivo sangue che scorre tra le due sponde del Canale dopo la mancata stretta di mano tra presidente francese e premier del Regno Unito all’alba del veto britannico al termine del summit a 27. La Francia rischia di perdere la sua tripla A, un declassamento che Noyer considera ”non giustificato dai fondamentali economici”. Secondo il banchiere centrale, nel caso, a meritarlo sarebbe prima la Gran Bretagna ”che ha un deficit maggiore, altrettanto debito, piu’ inflazione e un credito che crolla”. Sui media britannici le frasi di Noyer sono suonate come un insulto all’orgoglio nazionale: il business editor del Daily Telegraph ha parlato sul suo blog di ”paraNoyer” accusando il banchiere d’Oltremanica di esser rimasto vittima di ”teorie del complotto” quando suggerisce che le agenzie di rating ”facciano un gioco politico, non economico”. Downing Street ha invece risposto con moderazione: ”Abbiamo un piano credibile per far fronte al deficit e la credibilita’ di questo piano si misura sul rendimento dei bond in questo paese”, ha detto il portavoce di Cameron sdrammatizzando anche voci che vedrebbero il primo ministro impegnato a indebolire il fronte dei 26 dopo aver usato il veto per bloccare un trattato che avrebbe impegnato tutti e 27 i membri della Ue. Nei giorni scorsi il capo del governo britannico aveva parlato con le controparti di Stati non-euro (Danimarca, Svezia e Repubblica Ceca) ascoltandone le preoccupazioni, oltre che con Enda Kenny, il primo ministro irlandese: Dublino potrebbe sottoporre il trattato a referendum tra crescenti inquietudini sull’impatto che il veto della Gran Bretagna, il maggior partner commerciale dell’Irlanda, rischia di avere sulle economie di entrambi i paesi.