Il matrimonio di convenienza di Putin e Erdogan

di Shorsh Surme –

La strana alleanza tra lo “zar” Vladimir Putin e il “sultano” Recep Tayyp Erdogan ha colto l’occidente di sorpresa.
I due leader si sono incontrati non meno di sette volte nel 2019, cosa che sottolinea lo stretto rapporto instaurato, che a volte sembra costruito su un interesse reciproco nell’agire contro i partner dalla NATO.
L’ultimo incontro tra i due è stato all’inizio dell’anno 2020 a Berlino, in una conferenza internazionale volta a risolvere il conflitto complesso e intrattabile in Libia, paese che per secoli faceva parte dell’Impero Ottomano e che è stato tormentato dalla guerra e dall’instabilità sin dalla caduta di colonnello Gheddafi nel 2011. La guerra libica si è trasformata in un conflitto per procura con l’impiego di droni stranieri, truppe turche e mercenari russi e sudanesi, per cui le sfide che i due leader devono affrontare consistono nel gestire e fare pressioni sui rispettivi alleati.
Il presidente turco e quello russo stanno cercando allo stesso tempo di bilanciare le loro ambizioni regionali, spesso contrastanti, per mantenere le rispettive influenze sulla zona.
Non dimentichiamo che la Turchia e la Russia hanno avuto un ruolo determinante nel conflitto siriano, nonostante i loro appoggi siano stati alle parti opposte in una guerra sanguinaria che dura ormai da 9 anni, cosa che sta succedendo anche in Libia.
L’alleanza tra i due paesi è tuttavia un matrimonio di convenienza, una partnership che alla fine si risolverà a causa delle ambizioni geopolitiche contrapposte e della difficoltà che incontrano nel controllare i propri “alleati”, i quali non sono sempre flessibili.
Possiamo dire senza alcun dubbio che la situazione è precipitata proprio dopo la conferenza di Berlino.
Infatti, la complessa situazione sul terreno in Libia è peggiorata: le milizie pro-Haftar hanno bloccato due grandi impianti di produzione di petrolio greggio in Libia, e giovedì l’unico aeroporto funzionante della capitale libica è stato chiuso dopo che il portavoce di Haftar ha minacciato di abbattere gli aerei sorvolando la città, un’altra battuta d’arresto per gli sforzi di pace.
Nel complesso il partenariato rischia di crollare a causa della grandiosità delle ambizioni geopolitiche dei due attori chiave, Putin ed Erdogan, i cui obiettivi a lungo termine per i loro paesi sono a scopi contrapposti.