IRAN. Nucleare, dopo 37 anni da prima pietra parte centrale nucleare

Ansa, 4 set 11 –

di Luciana Borsatti – Dopo una tormentata storia durata 37 anni, la centrale nucleare iraniana di Bushehr e’ stata infine collegata alla rete elettrica nazionale. Un evento storico per un Paese che considera l’impianto come il simbolo del proprio ingresso nell’era nucleare e dell’affrancamento per il proprio fabbisogno energetico dai suoi pur abbondanti idrocarburi (petrolio e gas di cui e’ fra i primi produttori mondiali, da destinare maggiormente all’esportazione). Ma anche un passo avanti sulla strada di quella rivendicazione al diritto ad un proprio programma nucleare che si scontra con i timori dell’Occidente per un impiego militare delle nuove tecnologie. Intorno alla mezzanotte di ieri, ha annunciato ufficialmente oggi il portavoce dell’Agenzia nazionale per l’energia atomica iraniana Hamid Khadem Qaemi, la centrale di Bushehr e’ stata dunque allacciata alla rete con una potenza di 60 megawatt, sebbene l’impianto abbia una capacita’ di 1.000 mgw. Questo e’ infatti solo un test, e la potenza aumenterà a 400 mgw entro il 12 settembre, giorno in cui e’ prevista l’inaugurazione ufficiale. L’allacciamento, informa l’agenzia Isna, e’ destinato ad aprire la strada alla ”prima centrale atomica nel Medio Oriente”, e il progetto ”e’ considerato unico in termini di tecnologia”. Anche se, aggiunge la fonte ufficiale, ”e’ stato ritardato per diversi anni da problemi tecnici e finanziari, oltre che da pressioni politiche dall’Occidente”. In effetti la vita delle centrale e’ stata travagliata. Sito sulla costa sud-orientale del Paese a 17 km dall’omonima citta’ affacciata sul Golfo Persico, l’impianto di Bushehr ha iniziato la sua storia nel 1974 con l’aiuto della tedesca Siemens. I lavori si interruppero pero’ con la rivoluzione del 1979 e i lunghi anni di guerra della Repubblica Islamica con l’Iraq. Il progetto venne ripreso in mano con il supporto della Russia nel 1995, ma solo per dare avvio ad una nuova serie di ritardi sul calendario iniziale, che aveva previsto un’entrata a regime nel 1999. Ritardi che hanno originato varie tensioni tra russi e iraniani, fino al giallo dello stop improvviso del febbraio scorso, quando i sospetti si concentrarono sul virus informatico Stuxnet, da cui Teheran aveva ammesso di essere stata colpita dopo che il combustibile a base di uranio arricchito fornito da Mosca era stato inserito nel reattore. Un accordo per la restituzione del combustibile utilizzato era comuque stato gia’ preso per tranquillizzare l’Occidente sul pericolo che il materiale potesse essere impiegato a scopi militari. Nel frattempo pero’, a partire dal 2007, l’Iran e’ divenuto oggetto di pesanti sanzioni internazionali per un altro aspetto del suo programma nucleare, l’arricchimento dell’uranio. Tanto che e’ di pochi giorni fa la notizia di una ”crescente” preoccupazione da parte dell’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, sulla possibilita’ che l’Iran stia lavorando a creare testate nucleari per i suoi missili balistici e sull’acquisto di nuove centrifughe ad alta velocita’ per l’arricchimento dell’uranio trasferite in un impianto sotterraneo, al riparo da eventuali attacchi militari da Usa e Israele. Ma al nuovo rapporto l’Iran ha prontamente risposto, tramite il suo rappresentante presso l’Aiea, Soltaniyeh, ribadendo che le sue attivita’ nucleari sono ”assolutamente pacifiche” e che ”non cedera’ mai sui suoi diritti naturali”.