Riarmo nucleare e guerre: così si sconfessa il Premio Nobel per la Pace dato ad Obama

di C. Alessandro Mauceri –

obamaPochi anni fa, nel 2009, con la motivazione “Per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli”, fu il presidente Barak Obama a ricevere Il Nobel per la Pace.
Avrebbe quindi dovuto sorprendere la notizia, riportata dal New York Times, secondo cui il Governo federale americano e il presidente Obama nei giorni scorsi hanno deciso di destinare la cifra astronomica di mille miliardi di dollari nei prossimi tre decenni al programma atomico. E di farlo violando di fatto tutti gli accordi di non proliferazione nucleare fino ad oggi sottoscritti.
Ma a ben vedere questa decisione non dovrebbe sorprendere più di tanto: già qualche anno fa, infatti, gli Usa, anche questa volta in palese violazione degli accordi sottoscritti, avevano deciso di rinnovare il proprio arsenale (di cui una parte non indifferente è celato in Italia) con i nuovi missili a testata nucleare B 61-12.
E, come allora, anche questa volta gli Usa hanno trovato una giustificazione per le proprie decisioni: secondo quanto riportato, Obama sarebbe stato “costretto” a portare avanti un piano di riarmo in seguito al comportamento della Russia (dove invece si stanno svolgendo manifestazioni pacifiste) e del fatto che la Cina avrebbe avanzato rivendicazioni territoriali (non si sa dove però).
Sono stati in molti a dubitare del fatto che gli Stati Uniti d’America meritassero davvero un riconoscimento come il Nobel per la Pace. Secondo i dati dell’American Journal of Public Health: “Dalla fine della seconda guerra mondiale, ci sono stati 248 conflitti armati in 153 paesi in tutto il mondo. Gli Stati Uniti d’America hanno lanciato 201 operazioni militari all’estero tra la fine della Seconda guerra mondiale e il 2001, e da quell’anno, altre, tra cui l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia ed oggi i raid sull’Isil. Tuttavia scorrendo la lista dei precedenti vincitori (da Arafat a Sadat, da Begin a Kissinger e molti altri), non appare poi così strano che l’ambito premio sia stato consegnato a colui il quale, dopo essersi presentato alle elezioni come pacifista, ha continuato e, anzi, ha aumentato le guerre nel mondo, azioni che definirle “missioni di pace” non ha cambiato la realtà delle cose: nella maggior parte dei casi si è trattato di deliberate invasioni a volte, e solo a volte, coperte dall’egida di organizzazioni internazionali.
Ovviamente, l’articolo politically correct del New York Times non ha mancato di sottolineare che Obama ha portato avanti una campagna per un mondo libero dal nucleare e che ha fatto del disarmo uno dei target principali della propria politica. Se ha deciso di riaprire la corsa agli armamenti nucleari, secondo gli analisti, la colpa non sarebbe sua, ma del contesto in cui viviamo.
Chissà che a breve non si decida di conferirgli il Nobel per la Pace per la seconda volta.