Zambia. Progetto “Stop the Violence”

Red –

La guerra non è l’unica dimensione nella quale si scatena la brutalità degli esseri umani. Anche la povertà estrema, economica, morale e culturale, può generare mostri.
Siamo a Kanyama, periferia di Lusaka, uno dei quartieri più poveri e degradati della capitale zambiana, dove la violenza contro donne e minori è una emergenza sociale. Donne inconsapevoli dei propri diritti, figlie di una radicata cultura patriarcale, picchiate selvaggiamente da uomini spesso in preda ai fumi dell’alcol. Bambine e adolescenti abusate, sacrificate sull’altare dell’ignoranza, che vede in un rapporto sessuale con una vergine una cura per una malattia o un rito propiziatorio per procurarsi ricchezza o semplicemente migliori opportunità.
Nel 2018 è nato il progetto Stop the Violence grazie alla Fondazione per la Promozione Umana e la Salute, PRO.SA. Il progetto, oggi coordinato da Alessia Defendi, insieme ad alcuni professionisti locali, gestisce una Unità Antiviolenza presso l’unico ospedale pubblico di Kanyama. Stop the Violence si è dato una veste istituzionale, costituendosi in ONG zambiana, con il nome di Ulemu, una parola che in lingua locale significa “rispetto”.
Nel 2021 l’Unità Antiviolenza di Kanyama ha accolto 1300 vittime, di cui 345 minori. Di questi minori, 215 sono state vittime di violenza sessuale. Ad oggi, il trend del 2022 è perfino peggiore. In un’area dove si stima una popolazione di 800mila persone che vivono per lo più in baracche, l’Unità Antiviolenza di Kanyama è l’unico avamposto di tutela e supporto alle vittime: gli operatori le accolgono, offrono sostegno psicologico, assistenza nelle procedure mediche e legali, oltre che nel complesso iter della denuncia alla polizia e nell’individuazione di un luogo più sicuro dove vivere, lontano dalla violenza.
Secondo l’ultima indagine demografica sulla salute nello Zambia (Zambia Demographic and Health Survey, 2018) il 36% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza fisica da parte del marito o compagno e il 52% di queste non ha mai cercato aiuto e non ne ha mai parlato con nessuno. Il 78% delle donne ha dichiarato di temere, per la maggior parte del tempo, una qualche forma di violenza da parte del partner. Il governo zambiano si è dotato di una legislazione adeguata con l’Anti- Gender Based Violence Act No. 1 del 2011, coerente con i trattati internazionali sottoscritti dallo Zambia. Ancora del 2011 è l’Education Act che vieta i matrimoni di ragazze che stanno frequentando la scuola, una norma contro i matrimoni precoci conseguenti a gravidanze indesiderate in minorenni che hanno subito una violenza sessuale.
Ulemu si muove all’interno di questo adeguato quadro normativo a tutela dei diritti di donne e minori, ma che purtroppo rimane spesso lettera morta, a causa della scarsità di risorse disponibili per i servizi sociali e per gli stereotipi di genere cristallizzati nella cultura tradizionale.
Ulemu, all’aiuto alle vittime di violenza, affianca un intervento di sensibilizzazione sulla protezione dei minori e contro la violenza domestica: chiese, mercati e scuole sono luoghi dove volontari e operatori cercano di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, a partire dall’integrità fisica, e l’equità di genere, obiettivo quest’ultimo ambizioso, ma irrinunciabile, in un contesto patriarcale come quello di molti paesi del mondo.