Africa. Debellata la poliomielite

di C. Alessandro Mauceri

Tra tante brutte notizie sui rischi per la salute, una positiva c’è. Dopo anni di lotte in Africa è stata finalmente debellata la poliomielite. A dare la notizia la Commissione indipendente di certificazione regionale africana (ARCC). “Oggi è una giornata storica per l’Africa. La Commissione africana di certificazione regionale per l’eradicazione della poliomielite (ARCC) è lieta di annunciare che la regione ha soddisfatto con successo i criteri di certificazione per l’eradicazione della polio selvaggia, senza casi di poliovirus selvatico segnalati per quattro anni”, ha dichiarato la professoressa Rose Gana Fomban Leke, presidente dell’ARCC.
“Questa è una pietra miliare importantissima per l’Africa. Ora le future generazioni di bambini africani possono vivere liberi dalla poliomielite”, gli ha fatto eco Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa. “Si tratta di traguardo storico che è stato possibile solo grazie all’impegno dei governi, delle comunità, dei partner globali per l’eradicazione della polio e delle associazioni filantropiche”. “Un tributo speciale va agli operatori sanitari in prima linea e ai vaccinatori, alcuni dei quali hanno perso la vita, per questa nobile causa”.
La guerra alla polio dura da più di 40anni. La poliomielite è una malattia virale altamente infettiva che colpisce principalmente i bambini sotto i 5 anni. Il virus si trasmette da persona a persona diffondendosi principalmente per via fecale-orale e, meno frequentemente, tramite acqua o cibo contaminati. Una volta raggiunto l’intestino il virus si moltiplica e invade il sistema nervoso.
Nel 1988, l’Organizzazione mondiale della sanità lanciò la Global Polio Eradication Initiative, una progetto che aveva come obiettivo eradicare la poliomielite in tutto il pianeta. Nel 1996, durante la 32ma sessione ordinaria dell’Organizzazione per l’unità africana a Yaoundé, in Camerun, i vari capi di stato africani si impegnarono a eradicare la poliomielite. Allora questa malattia paralizzava circa 75mila bambini ogni anno, solo nel continente africano. Quello stesso anno fu Nelson Mandela a lanciare la campagna Kick Polio Out of Africa. Grazie al suo carisma riuscì a mobilitare molti altri leader africani (e molti sponsor) e a convincerli ad intensificare gli sforzi. L’impegno per l’eradicazione della polio intrapreso dal 1996 ha consentito a 1,8 milioni di bambini di non restare paralizzati per tutta la vita e ha salvato almeno 180.000 di loro. Grazie a questo lavoro, l’ultimo caso di polio nel continente africano è stato rilevato nel 2016 in Nigeria.
Secondo le ultime statistiche i casi di polio sono diminuiti di oltre il 99%: da circa 350mila casi stimati in più di 125 paesi endemici si è arrivati a 175 casi segnalati nel 2019. E nessuno di questi in Africa. Dei 3 ceppi di polio esistenti (tipo 1, tipo 2 e tipo 3), il tipo 2 era scomparso nel 1999 e nessun caso di polio di tipo 3 è stato più rilevato dopo l’ultima segnalazione ricevuta in Nigeria nel novembre 2012. Per questo entrambi i ceppi erano stati dichiarati ufficialmente estirpati a livello globale. Nel 2020 sono stati rilevati casi di polio di tipo 1 solo in due paesi: Pakistan e Afghanistan. Ma non in Africa.
“L’Africa ha dimostrato che, nonostante i sistemi sanitari deboli, le sfide logistiche e operative significative in tutto il continente, i paesi africani hanno collaborato in modo molto efficace nell’eradicazione del poliovirus selvaggio”, ha detto Pascal Mkanda, coordinatore del programma di eradicazione della polio dell’OMS nella regione africana.
“L’esperienza acquisita dall’eradicazione della poliomielite continuerà ad assistere la regione africana nell’affrontare il COVID-19 e altri problemi di salute che hanno afflitto il continente per così tanti anni e, infine, spostare il continente verso una copertura sanitaria universale. Questa sarà la vera eredità dell’eradicazione della polio in Africa “, ha affermato il dottor Moeti.
Ma non è ancora il momento di abbassare la guardia: “Dobbiamo rimanere vigili e mantenere i tassi di vaccinazione per evitare una recrudescenza del virus della polio e affrontare la continua minaccia della poliomielite derivata dal vaccino”, ha dichiarato Moeti.
In 16 paesi del continente si sono verificati focolai di cVDPV2, che possono verificarsi in comunità sotto immunizzate a causa dei vaccini circolanti (Angola, Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Guinea, Ghana, Mali , Niger, Nigeria, Togo e Zambia). I casi di polio derivati da vaccino, rari ma possibili, si verificano quando il virus vivo indebolito nel vaccino antipolio orale riesce a colpire popolazioni sotto immunizzate o nel tempo si trasforma in una forma nuova.
Per fronteggiare questa nuova sfida è stata avviata la “Strategia per la risposta al poliovirus derivato dal vaccino circolante di tipo 2, 2020-2021”. La prima fase di questa campagna ha visto la creazione di un team di 20 esperti in operazioni e gestione delle vaccinazioni, epidemiologia, logistica e comunicazioni, provenienti dai principali partner di GPEI. Il gruppo di lavoro è stato definito nel settembre 2019 ed è attualmente coordinato dall’Ufficio regionale dell’OMS per l’Africa che ha sede a Brazzaville.