Chi sono i Carabinieri paracadutisti di stanza a Kabul

di Giovanni Caprara

I carabinieri del “Tuscania”m dopo un controverso e difficile accordo con le truppe statunitensi e a seguito dell’intervento del COI, del ministero degli Esteri e del console italiano, hanno ottenuto “luce verde” per cercare tra la folla in fuga, e porre in salvo, le ragazze afghane vestite di nero con il fiocco rosso. Un’idea delle donne per potersi riconoscere in fretta e restare unite tra le migliaia di persone che sperano prima o poi di prendere uno dei voli della speranza dall’aeroporto di Kabul.
Il 1 Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” è un reparto estremamente duttile con una importante flessibilità di impiego in grado di operare sia con funzioni di polizia quanto in quelle militari. Un ambito di grande attualità nei moderni scenari internazionali. Il Tuscania è competente nei servizi di scorta e protezione nelle sedi diplomatiche ad alto rischio e nel garantire l’addestramento e l’assistenza in contesti non permissivi a Forze di Polizia di paesi destabilizzati come Iraq, Palestina e Gibuti.
Nell’ambito delle attività di antiterrorismo in Patria, il reggimento fornisce supporto tattico al Gruppo di Intervento Speciale in operazioni speciali di polizia, essendo inserito nei dispositivi UnIS, Unità d’Intervento Speciale del Ministero dell’Interno. Dopo l’insorgere della minaccia ibrida e imprevedibile del terrorismo in tutto il continente europeo, il “Tuscania” è stato inoltre chiamato dal comando generale dell’Arma a costituire, assieme ad elementi del GIS, delle apposite Task Unit Antiterrorismo, TUAT, di alto profilo qualitativo da dislocare in punti sensibili e in occasione di eventi particolari. Le TUAT hanno la capacità di affrontare la nuova minaccia rappresentata da attentatori suicidi pronti a colpire obiettivi civili in situazioni di combattimento urbano e di supportare il GIS nelle azioni dirette di liberazione ostaggi.
Come unità specializzata di polizia, i Carabinieri Paracadutisti possono essere impiegati in operazioni a supporto dell’Arma territoriale per il controllo di zone impervie e la caccia ai latitanti, con l’apporto di tiratori scelti e di nuclei di sicurezza e bonifica.
Il reggimento può soprattutto svolgere le missioni affidate alle aviotruppe, quali l’occupazione preventiva di punti sensibili in territorio ostile o in contesti non permissivi, l’interdizione e la contro interdizione d’area, le attività di controguerriglia e di contro insurrezione in scenari ibridi e in missioni di stabilizzazione.
Caratterizzato da elevata mobilità, spiccata capacità di combattimento e grande versatilità di impiego, il “Tuscania” è dunque impiegato in contesti ad elevato rischio operativo, concorre ad operazioni di reazione immediata per la tutela tempestiva degli interessi nazionali e per l’evacuazione dai Paesi a rischio o da zone di guerra ad alta e media conflittualità.
La selezione per accedere al reggimento è molto impegnativa, ma lo è di più il corso di formazione che viene solitamente completato da un aspirante su tre. I più difficili sono: paracadutismo militare; difesa personale; CBRN, chimico biologico radiologico nucleare, sulle operazioni in ambienti contaminati; tecniche di sopravvivenza, evasione, resistenza agli interrogatori e fuga; addestramento all’impiego di armi e materiali speciali, tiro con armi corte, medie, lunghe; utilizzo accessori vari, materiali esplodenti o speciali; piena conoscenza degli apparati per le comunicazioni, anche satellitari, in dotazione al reparto; abilitazione speciale alla guida di autoveicoli tattici; tecniche di combattimento e pattugliamento in ambiente urbano; tecniche di polizia militare, Counter-IED, HUMINT e all’impiego in unità e comandi multinazionali.