Palestina. Tutti vogliono la soluzione dei “due stati”, ma è una farsa

di Shorsh Surme –

I leader di Gran Bretagna e Unione Europea hanno rimarcato oggi, nel pieno del conflitto di Gaza, che è giunto il momento di accettare la creazione di uno Stato palestinese a tutti gli effetti.
António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, e Josep Borrell, capo della politica estera dell’Unione Europea, hanno addirittura suggerito che il Consiglio di Sicurezza approvi una risoluzione vincolante, che si aggiunge alle 230 già approvate sulla questione.
Allo stesso tempo il generale iraniano Ismail Qaani, che dal 3 gennaio 2020 è al comando della Forza al-Quds, unità speciale del Corpo delle guardie della Rivoluzione islamica incaricata delle operazioni al di fuori del Paese, ha promesso di “ricostruire Gaza più forte di prima come sito avanzato contro il sionismo globale”.
In effetti l’amministrazione Biden a Washington sta lanciando segnali positivi sulla “soluzione dei due Stati”, mentre riflette sommessamente sul cambio di regime in Israele.
Alcuni esperti affermano che la guerra di Gaza è durata fin troppo e che deve finire rapidamente prima di produrre un chiaro vincitore e un vinto, e si chiedono osa avrebbe fatto Henry Kissinger, a suo tempo capo della diplomazia statunitense, per porre fine alla guerra. Dimenticano che Kissinger era un mago brillante della geopolitica, convincendo chi si interfacciava del nulla.
Gli esperti del quotidiano parigino Le Monde sostengono la soluzione dei due Stati come fosse una novità riscoperta. Dimenticano che la cosiddetta “soluzione” esiste dal 1947 e che non ha portato a nulla in quanto i diretti interessati non la vogliono.
Per più di un decennio la soluzione dei due Stati è stata all’ordine del giorno senza che nessuno indicasse i confini di questi Stati “immaginari”.